L’ascesa a Machu Picchu

Creato il 08 aprile 2014 da Storiediritratti @GianmariaSbetta

Guardo davanti a me: roccia, un fiume e delle vecchie rotaie che portano lontano nell’imbrunire di questa foresta. Passo dopo passo ci dirigiamo verso una delle meraviglie del mondo, una di quelle che si desiderano per una vita intera. Questa mattina, ancora dormiente dopo le poche ore di sonno, ho incontrato in maniera piuttosto inaspettata i miei nuovi compagni di viaggio. Nulla è andato come previsto, pensavo di affidarmi ad una compagnia locale per raggiungere la meta ma un incontro a cena ha stravolto il programma, facendomi accomodare nella Blanca Linda, una Toyota di Matt.
Quello che cercavo era una vera e propria avventura e gli imprevisti sono sempre benvenuti. Forse però iniziare un trekking nella giungla nell’ultima manciata di luce giornaliera non era la nostra massima aspirazione. Ad ogni modo nulla ci impedisce di camminare per ore pensando al sogno che ci aspetta, nemmeno il buio di stasera, tanto meno quello di domani. Poi arriverà l’alba e ci prenderemo la nostra ricompensa. Ma con l’oscurità della notte cade anche una calda e incessante pioggia, che rende ognuno di questi mille scalini sempre più scivolosi e faticosi.
Centinaia di giovani backpackers in lunghe file, chi si riposa e chi sale, come noi, che ormai non stiamo più nella pelle, stimolati da quell’insaziabile voglia di scoprire. La fatica a malapena si sente quando stai per assaporare una profonda esperienza di viaggio come questa, tanto desiderata da tempo.
La nebbia che ci circonda dall’uscita della foresta fa spazio alle prime luci dell’alba, noi saliamo sempre più veloci nell’ultimo tratto poter essere tra i primi. All’improvviso mi ritrovo all’ingresso del sito archeologico con una vibrante energia dentro di me e i miei occhi abbagliati da lussureggianti montagne che cullano le rovine di una città sperduta e rimasta abbandonata per più di un secolo. Non posso far altro che fermarmi a contemplare lo spettacolo davanti a me, in silenzio. E mi sento più vivo che mai, non vorrei più fermarmi.
Lì in mezzo alle Ande, felice di avercela fatta, affamato di avventura, sto ad ascoltare incredibili storie dei miei nuovi amici, innamorati del Sudamerica e che come me vorrebbero vedere sempre di più, riempire ogni spazio dello zaino con momenti da ricordare. Proprio come questo, condiviso in una lingua non mia e imparando anche qualche parola di svedese, sorpreso ma sempre più convinto delle mie scelte.
Anche la foschia sparisce, ora posso guardare ancora più lontano.

Luca

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