In questi giorni di festa mi è capitato di andare a vedere diverse mostre nel centro città, in una di queste hanno inserito come addobbo floreale delle stupende piante di Aspidistria e oggi avrei deciso di parlare di questa pianta ritornata nuovamente di moda. L’aspidistra è stata a lungo ritenuta una ! specie di scarso valore ornamentale. Oggi ,come vi dicevo, viene finalmente rivalutata, perché si adatta alle condizioni di vita più difficili, offre ottime garanzie di resistenza e robustezza e quindi è la pianta ideale per ambienti poco luminosi, mal areati e comunque tali da non assicurare lunga vita ad altre piante. Oltre che in appartamento l’aspidistra, nelle regioni a clima mite, può essere coltivata anche in piena terra, purché in posizione fresca e ombreggiata o nei cortili in ombra. Mi sono anche documentata della sua origine, si tratta di un genere di piante erbacee, perenni, a radici carnose e foglie molto decorative, larghe, dure, di colore verde scuro, lucente nelle specie più comuni. Possono raggiungere i 60-70 cm d’altezza. I fiori violacei oppure color avorio sono insignificanti e appaiono a livello del terreno. Appartengono alla stessa famiglia dei gigli,quella delle Liliacee. Sono originarie della Cina, del Giappone e dell’Himalaya. Le specie diffuse in coltivazione sono L’aspidistria elatior, l’Aspidistra typica e le loro varietà a fogliame variegato. Alla fine del Settecento il botanico inglese John Bellenden Ker, al ritorno da un viaggio in Oriente, introdusse l’aspidistra in Europa e in pochi anni non vi fu salotto borghese o atrio di albergo che non esponesse una fioriera piena di scure e lucenti foglie di questa pianta.
Cresce bene in normale terriccio per piante da appartamento oppure in terra da giardino, mista a un terzo di torba e un terzo di sabbia. Alla fine dell’inverno concimiamola con fertilizzante minerale che si scioglie in acqua. Possiamo moltiplicarla per divisione dei cespi alla fine dell’autunno. Nello stesso periodo si possono rinvasare le piante che lo richiedono in un contenitore più ampio. Si tratta di quelle le cui foglie hanno ormai riempito completamente il vaso. Le annaffiature non devono essere eccessive. Basta circa mezzo litro d’acqua per vaso, ogni sette giorni in estate e ogni quindici giorni durante l’inverno. In piena estate, se le abbiamo trasferite all’aperto, possiamo annaffiarle anche ogni giorno, per mantenere fresco il terreno. Cari amici vi faccio i miei auguri per un fantastico fine ed inizio anno, ci ritroviamo quì giovedì 6 Gennaio 2011 e naturalmente su Roses/blog ogni giorno.
Un grande abbraccio da: