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L’asse Pd-Idv-Sel, 10mila in piazza Navona a Roma perché il cambiamento e l’unione sono possibili

Creato il 02 ottobre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

L’asse Pd-Idv-Sel, 10mila in piazza Navona a Roma perché il cambiamento e l’unione sono possibili

L’asse Pd-Idv-Sel, 10mila in piazza Navona a Roma
perché il cambiamento e l’unione sono possibili

a cura di Iannozzi Giuseppe

Roma, 1 ottobre 2011 – Il Nuovo Ulivo nasce sull’asse Pd-Idv-Sel. Di Pietro: “Dobbiamo trovare un’alternativa, proporla e rilanciarla. Ma il punto fisso resta il sistema bipolare. Per quanto mi riguarda, Gesù Cristo resta il primo socialista della storia”. Come sempre Antonio Di Pietro non ha peli sulla lingua e attacca subìto il ministro degli Interni Roberto Maroni: “E’ eversivo e criminale chi vuole la secessione e vuole distruggere il paese. Al governo non può esserci più un ministro che lavora per distruggere il paese. Come può sciogliere i consigli comunale per infiltrazioni mafiose e poi lasciare così com’è il Consiglio dei Ministri che accoglie un indagato per mafia?”. E poi anche un invito a Della Valle e Montezemolo: “Sporcatevi le mani anche voi”. E alla Bce: “Giusto regolare i conti, ma decidiamo noi che deve pagare la crisi”.

Dal palco Nichi Vendola: “Il berlusconismo è alla conclusione: questione di giorni, settimane o mesi, non di anni. Berlusconi è all’ultimo atto, ma da quanto resisterà e da come alla fine cadrà dipende in buona parte il nostro futuro. Il ruolo di Sel è quello di contribuire a far cadere il governo di Berlusconi evitando che poi ne prenda il posto un governo tecnico”. Parlando dell’intesa fra Pd e Idv Vendola sottolinea: “L’intesa funzionerà se ognuno di noi con celerà le proprie differenze, per esempio per noi da questa crisi si esce rompendo con il liberismo e dicendo no alla sottomissione della politica alle logiche della finanza”. E ancora e soprattutto: “A decidere il nome dei candidati, a partire da quello per la guida del governo, siano le primarie e non le segreterie dei partiti. In questo modo si puo’ evitare che al ventennio populista ne segua un altro diverso nelle forme e identico nella sostanza”.

E sempre da Nichi Vendola una critica forte e doverosa nei confronti di Fausto Bertinotti: “Siamo sollecitati dalle analisi, anche da quella di Bertinotti, a rompere un muro di dimensioni continentali che negli ultimi trent’anni con il liberismo ha messo nell’angolo la sinistra. Noi però non possiamo non provare a forzare il varco che si è aperto in quel muro”.

La destra di Berlusconi comincia a tremare? La risposta possibile è una e una sola: sì.

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