L’assedio della menzogna

Creato il 04 febbraio 2012 da Albertocapece

“E’ solo un guasto al generatore” ripetevano gli altoparlanti mentre la nave imbarcava acqua e si accasciava sul fondo. La metafora della Costa Concordia è stata così usata e abusata per l’Italia che è venuta a noia: tuttavia ogni giorno qualche nuovo elemento si aggiunge a confermarla. Perché proprio in questi giorni gli altoparlanti, ossia i media, diffondono la voce del comandante il quale ci ripete che c’è da tribolare un po’, ma che la situazione verrà presto risolta.

Già il comandante così vanesio da non rinunciare alla sua opera di seduzione anche in quei momenti drammatici, che si attacca al telefono con la compagnia di navigazione per sapere cosa deve fare, cosa deve dire, come aggiustare la cosa lungo una catena di comando che passo arriva alla Carnival. Così come certi comandanti scopertisi così vanesi da essere sempre in televisione, che non rinunciano alla seduzione delle teorie, i capitani attaccati al telefono per avere indicazioni da coloro che possono.

E intanto mentre i passeggeri si aspettano che il guasto ai generatori venga riparato, non sanno che in gran segreto il Tesoro paga oltre 2 miliardi e  mezzo a Morgan Stanley o che nel gran cianciare di articoli 18, si fa morire per ordine di Intesa e per mano di Equitalia, un piccolo gioiello della produzione italiana, quella Mectex che aveva inventato il tessuto che ha rivoluzionato il nuoto.  Ma soprattutto comandante e altoparlanti non dicono che la nave è finita sugli scogli.

Non ci si dice che l’ultimo vertice europeo, quello in cui è stato stabilito il patto fiscale, è stata una catastrofica sconfitta  per Monti e per l’Italia. La Merkel è riuscita ad imporre la sua dottrina dell’austerità con conseguenze devastanti: a parte la recessione del 2,2% nel 2012 già previsto dall’Fmi, aderendo al diktat di Angela ci siamo impegnati a rimborsare un ventesimo del debito l’anno, vale a dire la bellezza di 95 miliardi. E dal momento che il 50% del debito è verso soggetti esteri questo vuol dire che quasi 50 miliardi saranno sottratti al Paese. Questo in un periodo in cui l’erario incasserà per via della recessione parecchi miliardi in meno, 35 se teniamo per buone le stime del fondo monetario. Un disastro completo di cui i cittadini sono ignari, ma di cui pagheranno le conseguenze.

Tutto questo in una totale atonia del Parlamento dove esiste un non partito come il Pdl che tuttavia è un soggetto politico con un programma preciso: salvare Berlusconi, aiutare il massacro sociale che il Cavaliere non aveva il coraggio di fare, distruggere la magistratura. Ma dove esiste anche un partito come il Pd che tuttavia non è più un soggetto politico, annegato dentro la necessità.

Quando Monti venne chiamato a Palazzo Chigi, feci un piccolo video in cui paragonavo il professore a Badoglio, imbarcato a salvaguardare non l’Italia, ma la dinastia e la classe dirigente che aveva provocato la guerra e la sconfitta. Cosa non tanto diversa da ciò che accade oggi se sostituiamo le varie caste a Casa Savoia. Ma gli altoparlanti dei media che ci nascondono cosa davvero sta succedendo, in quale gioco ci stiamo cacciati, mi fanno propendere oggi più per un paragone con Schettino: narciso a sorpresa e fellone con i forti, nemmeno in grado di dire la verità ai suoi passeggeri.


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