Se mi chiedessero di spiegare, in una sola parola, quello che fa Plain Ink, non avrei dubbi. Costruisce. Che cosa? Futuro.
Selene Biffi, la sua fondatrice, sempre in primissima fila nei mille progetti dell’associazione, ha sempre avuto chiara una cosa: tra il dire e il fare, non c’è di mezzo proprio un bel niente, se non un mare di opportunità mosse da una forza di volontà ferrea. Selene è un’imprenditrice sociale sin da quando nel 2004, a 22 anni, ha fondato Youth Action for Change, un’associazione no profit online, in grado di fornire istruzione e opportunità anche ai più disagiati, raggiungendo più di cento paesi nel mondo. La sua ultima sfida, in ordine di tempo, è appunto Plain Ink.
Si parte da un presupposto: i giovani sono la risorsa più importante che abbiamo, e non importa se nascono in zone depresse del pianeta, se sono analfabeti, o non hanno accesso a nozioni essenziali di igiene o salute, hanno lo stesso diritto di tutti i ragazzi o bambini del mondo ad istruirsi; a costruire il proprio futuro. Plain Ink racconta storie che possano arrivare a tutti, e portare con sé informazioni cruciali per lo sviluppo sociale in condizioni difficili.Ciò che fa, è dare soluzioni per problemi locali, in punta di piedi, per non essere respinti. E sono già migliaia i bambini che in Italia, India ed Afghanistan hanno potuto leggere le storie create appositamente per loro dall’associazione, e che parlano di integrazione, norme igieniche, salute, comportamenti sociali, sviluppo, etc.
Qualche mese fa, all’associazione è stato consegnato uno dei premi più importanti a livello internazionale per la scienza ed il sociale: il Rolex Award 2012, per aver gettato ” le basi di progetti che porteranno miglioramenti all’ambiente e alle comunità locali”. Erano vent’anni che un italiano non conquistava questo premio, e oltretutto Selene Biffi è stata la prima donna del nostro paese a riuscirci.
Ora, dicevamo, è di uovo in Afghanistan, con Plain Ink, per curare l’ultimo progetto dell’associazione, messo su grazie ai soldi del Rolex Award e della Only The Brave Foundation di Renzo Rosso: The Qessa Academy, una scuola per diventare cantastorie presso la Fondazione per la Cultura e la Società Civile di Kabul, in un paese dove sette persone su dieci sono analfabete, e la disoccupazione è la normalità. L’obiettivo è dare ai giovani che partecipano alle lezioni un’istruzione che gli consenta di trovare un’occupazione, magari attraverso organizzazioni non governative, e di trasmettere così il sapere ad altri.
Servono fondi, questo è certo, ma Selene, come sempre, resta fiduciosa. E lo è nonostante le bombe che troppo spesso le fanno compagnia, atrocemente, a Kabul. Gli ultimi mesi li ha passati imbiancando le pareti della scuola, trattando con il vice ministro dell’istruzione afghano, affiggendo manifesti per radunare potenziali studenti, viaggiando continuamente per accendere quante più luci possibili su un progetto che per ogni giorno che passa, costruisce un pezzo di futuro in più.
Dal sito web di Plain Ink è possibile partecipare, in tutte le forme possibili. Non ci sono scuse perché con il prezzo di una birra in un pub, 5 euro, è già possibile fare molto. Anche le imprese possono giocare un ruolo decisivo, legando il proprio nome alle attività dell’associazione.
Dimenticavo. Personalmente sono leggermente in conflitto d’interessi offrendo, ogni tanto, un briciolo di tempo anche all’associazione per scrivere qualche post per il suo sito, oltre a curare un blog per Fanpage.it su cui ho pubblicato l’articolo, ma spero possiate perdonarmi, è un peccato veniale. E spero anzi ne approfittiate per chiedermi ulteriori informazioni su Plain Ink. Credetemi, ne vale davvero la pena.
…seguono aggiornamenti…
[Articolo scritto per Fanpage.it]