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L’Associazione magistrati si ribella al linciaggio mediatico

Creato il 23 agosto 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Dopo la campagna anti-giudici operata mediante gli organi di stampa dal Centrodestra, l’Associazione nazionale magistrati (l’Anm) ha deciso apertamente di andare all’attacco.

Associazione nazionale magistrati, cassazione

Photo credit: s*t*e*v*i*e / Foter / CC BY-SA

Un attacco che, almeno per ora, sembra tanto una risposta agli attacchi precedentemente subiti, giacché si parlerebbe di un autentico «linciaggio mediatico», per quanto concerne le ultime azioni del Pdl nei confronti della magistratura italiana.
Il Partito della Libertà parrebbe intenzionato a «neutralizzare» gli inevitabili effetti della sentenza di Cassazione sul caso Mediaset. L’Anm, di fronte a tutto ciò, ha deciso di reagire. Si dice «stanca» di dover assistere quotidianamente ad articoli e servizi televisivi che puntualmente mettano alla berlina i giudici e le sentenze, e tutto ciò proprio all’indomani delle parole pronunciate dal giudice di Cassazione, Antonio Esposito.
Si parlerebbe per l’appunto di «gravi offese a singoli magistrati e inaccettabili attacchi all’intero ordine giudiziario».
La reazione dell’Anm giunge proprio dopo l’affermazione piuttosto pungente del Cavaliere: «Siamo di fronte all’epilogo della guerra dei 20 anni della magistratura contro di me».
L’Associazione nazionale magistratura non c’è stata a vedersi ricoprire da simili ingiurie, e ha preparato il contrattacco con una nota firmata da Rodolfo Sabelli (presidente dell’Anm), Valerio Savio (suo vice) e da Maurizio Carbone (segretario generale dell’associazione). Ma anche qui non s’è vista una tregua. Prontamente la senatrice del Pdl, Manuela Repetti. ha gridato alla «negazione della libertà di stampa», puntando, per l’appunto, il dito contro i vertici dell’Anm.
Quest’ultima mossa del sindacato dei magistrati sarebbe, tuttavia, la punta dell’iceberg: questa serie di prese di posizione sarebbe venuta a nascere all’indomani del verdetto di Cassazione sul caso Mediaset e dell’intervista rilasciata a «Il Giornale» dal giudice Antonio Esposito, da più parti ritenuta inopportuna. Poi il via alle smentite, glissando quanto possibile sui contenuti. Nonostante ciò il giudice Esposito accusò i redattori dell’articolo, sostenendo che manipolarono in seguito l’intervista aggiungendo a questa sequenze che lui stesso non pronunciò mai.
Il polverone tirato su da «Il Giornale» è divenuto col tempo un vero e proprio caso mediatico. Si parlerebbe di bonifici e cene con personaggi dello spettacolo, ma anche di giudizi piuttosto pesanti proferiti intorno alla figura di Silvio Berlusconi. «Il Giornale» in queste ultime settimane ha dunque rincarato quanto mai la dose nei confronti del giudice Esposito, bollando i suoi successivi commenti come delle «goffe smentite».
Di fronte a questo susseguirsi incessante di botta-e-risposta fra stampa e magistratura, di recente l’Anm ha finalmente deciso di inasprire gli attacchi, ridefinendo le ultime azioni de «Il Giornale» un’autentica «strategia giornalistica». Insomma, la volontà di tirar su la notizia, di far cerchio col pubblico cercando chissà di trovare lo scoop. Lo stesso sindacato dei magistrati ha così voluto spiegare la vicenda: «Un’operazione strumentale, fondata sull’uso sistematico di argomenti falsi, gravemente diffamatori, volti a screditare la magistratura e l’operato dei singoli magistrati, con una gravità e un’intensità tali da assumere le caratteristiche di un vero e proprio linciaggio mediatico». Sulle ragioni di questo operare l’Anm non ha dubbi: si tratterebbe di neutralizzare gli effetti di una sentenza definitiva che poco piace al partito del Cavaliere. Ma così non si può andare avanti. Non si possono certo «compromettere i principi fondamentali di uno Stato di diritto». E la storia sembra tutt’altro che finita.

Articolo di Stefano Boscolo


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