L’assurda petizione contro Padre Livio Fanzaga

Creato il 06 febbraio 2016 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Il delirio politicamente corretto da regime totalitario vede male ogni espressione della libertà di pensiero, si sa. Ma la levata di scudi radical chic contro Padre Livio Fanzaga, il sacerdote pubblicista direttore di Radio Maria fa veramente sorridere. Soprattutto quando arriva da chi non perde occasione per insultare qualsiasi espressione ecclesiale.

Le accuse a Padre Livio Fanzaga

Prima di tutto i fatti, avvenuti durante la quotidiana rassegna stampa in cui il sacerdote offre preziosi spunti di riflessione sui fatti di cronaca raccontati dai giornali nazionali. Giocoforza un prete militante come Padre Livio Fanzaga nei giorni scorsi ha commentato il dibattito sul ddl sulle Unioni civili in corso al Senato, utilizzando delle espressioni bibliche riferite alla relatrice Monica Cirinnà: " Questa qui - aveva detto padre Livio riferendosi alla senatrice - mi sembra un po' la donna del capitolo diciassettesimo dell'Apocalisse, la Babilonia insomma... Adesso brinda a prosecco, alla vittoria. Signora, arriveranno anche i funerali, stia tranquilla. Glielo auguro il più lontano possibile, ma arriverà anche quello ".

Conoscendo lo slancio del personaggio, questa espressione, tradotta per i non udenti e per quelli che non vogliono udire, significa che anche per la senatrice Cirinnà, così come avverrà per tutti noi, verrà il giudizio divino. E allora, anche se il Parlamento italiano avrà decretato la sua vittoria, dovrà anche lei vedersela con il Padreterno che stabilirà la correttezza o meno delle sue azioni. Interpretate nell'ambito di una concezione escatologica cristiana, le parole di Padre Livio non possono che avere questo significato. Sostenere che padre Livio ha inteso augurare la morte alla senatrice Cirinnà è solo un esercizio di malafede.

Per questo fa sorridere la petizione indirizzata ad Agcom, Fnsi e Unione Cattolica Stampa Italiana per chiedere la sospensione di padre Livio Fanzaga per le frasi pronunciate in diretta dai microfoni di Radio Maria.

" Padre Livio Fanzaga - scrivono i proponenti sulla popolare piattaforma di petizioni online Change.org - non è nuovo a deliri e sortite oltre il limite del consentito, contro persone omosessuali, atee o di altra religione. Ultimo, in ordine di tempo, è stato l'augurio di morte, velato ma non troppo rivolto alla Senatrice Monica Cirinnà, relatrice del DDL omonimo sulle Unioni Civili. Chiediamo pertanto una sospensione a Padre Livio Fanzaga, in modo che possa espiare i suoi gravi peccati, così magari la prossima volta ci penserà 3 volte prima di augurare la morte ad una persona ".

Questa petizione - una sorta di gogna mediatica contro Padre Livio Fanzaga, accusato di omofobia e fascismo come d'altronde tutte le persone che osano fare qualche critica sul ddl Cirinnà - ha raccolto finora circa 2000 firme. Segno che tante persone sono ancora ottenebrate dall'ideologia, tanto da non riuscire neppure a comprendere il significato delle parole che vengono pronunciate. Esattamente come quelle che non riescono a comprendere i pericoli e le ambiguità di una legge come il ddl Cirinnà che, dietro lo schermo dei diritti civili, punta solo a sdoganare anche in Italia, dove sono vietate, delle pratiche abominevoli come la maternità surrogata e la vendita dei bambini.

La cosa che fa male è che questa incapacità di guardare senza la lente del pregiudizio e dell'ideologia alla verità delle cose sta mancando, forse anche per convenienza, soprattutto a tanti giornalisti, che pure avrebbero l'obbligo di raccontare la verità sostanziale dei fatti. Invece tanti travisano la verità e la addomesticano alla loro ideologia.

Per questo la petizione indirizzata ad Agcom, Fnsi e Unione Cattolica Stampa Italiana dovrebbe riguardare non la rassegna stampa di padre Livio Fanzaga che, seppure a modo suo e con il suo carattere irruento, racconta la verità dei fatti, ma tutti quei giornalisti che negano l'evidenza e i fatti li addomesticano a seconda della loro ideologia. Quei giornalisti che dovrebbero lottare per la libertà di espressione (anche per le espressioni che non condividono) e invece cercano in tutti i modi di imbavagliare una realtà (miracolosa per questi tempi di crisi della informazione) come Radio Maria, testata che si sostiene da sola senza neppure pubblicità. E, nonostante lo strapotere delle grandi lobby del pensiero unico, continua ad avere milioni di ascoltatori che la seguono in tutto il mondo. E ad esercitare la sua libertà di espressione alla faccia dei censori.

Alessandro Zorco è nato a Cagliari nel 1966. E' sposato e ha un figlio. Laureato in Giurisprudenza è giornalista professionista dal 2006. Ha lavorato con L'Unione Sarda e con Il Sardegna (Epolis) occupandosi prevalentemente di politica ed economia. E' stato responsabile dell'ufficio stampa dell'Italia dei Valori Sardegna e attualmente è addetto stampa regionale della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Dall'aprile 2013 è vicepresidente regionale dell'Unione Cattolica Stampa Italiana e dal 2014 è nel direttivo del GUS Sardegna.