Da qui, la catena degli ennesimi sospetti, con gli anellini che si incastrerebbero alla perfezione. La Fiat paga la Figc, la Figc paga gli arbitri, la Fiat corrisponde alla Juventus, dunque è la Vecchia Signora a pagare gli arbitri. Elementare, ma non troppo. La polemica cresce come panna sulle ali del conflitto d’interessi, perché la Fiat sborsa 3 milioni di euro l’anno, fornendo per giunta automobili e indumenti azzurri alla Nazionale. Una “partnership” iniziata nel 2000, fermatasi nel 2006 in piena bufera Calciopoli, ripresa nel 2011 dopo la tempesta.
L’assurda polemica all’italiana degli arbitri pagati dalla Juventus: la Figc paga gli arbitri
Ora bisogna chiedersi: la Figc ha davvero bisogno della Fiat per pagare gli stipendi degli arbitri? Dai conti fatti dal Corriere dello Sport risulta come l’arbitraggio delle 38 gare di serie A costino alla Federazione 3,8 milioni di euro, senza contare Supercoppa italiana e Coppa Italia. Ora, con l’imprenditoria e il mondo degli affari che allarga i tentacoli fino a diventare onnicomprensivo – l’italica Fiat ha acquisito l’americana Chrysler a inizio 2014 -, com’è possibile scandalizzarsi per il fatto che un’azienda importante come quella torinese abbia investito per finire sulle maglie della Nazionale italiana rafforzando origini e appartenenza del marchio?
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Pensare, per queste ragioni, che la Juventus sia aiutata dagli arbitri – mi perdoni Paolo Liguori – sembra un po’ pochino. Rievocare la Calciopoli che fu, come ha fatto il direttore di New Media di Mediaset, perché “gli arbitri sono pagati dalla Figc”, mi sembra strampalato. La sponsorizzazione con la Fiat è senza dubbio una risorsa, ma affermare che gli introiti dell’accordo finiscano dritti nelle tasche degli arbitri, mi sembra forzato,
L’assurda polemica all’italiana degli arbitri pagati dalla Juventus: per le accuse ci vogliono prove
Per muovere accuse di questo tipo, ci vogliono prove. Alimentare il j’accuse con semplici sospetti e coincidenze, non è nemmeno corretto. Sarebbe ingenuo pensare di abolire il sospetto nel Paese che va a nozze con gli scandali, prima Calciopoli, poi Scommessopoli. Avercelo, è sacrosanto e aiuta a tenere gli occhi aperti. Stesso discorso per quanto riguarda l’imperitura sudditanza arbitrale, del più forte a cui va data spesso ragione.
Il fischietto è umano, ma non stupido: se sbaglia a favore di una big, si farà meno male. Questo lo sanno tutti. Ma la polemica anti-juventina che si è scatenata, finendo anche sulle frequenze di Radio 24 con la querelle Taormina-finto Moggi, è un vero teatrino. E rende la polemica sterile, quanto inutile.
Va bene essere il Paese dei sospetti, ma quello dei fessi e creduloni, ancora no.