Appoggiata con la schiena alla porta che conduce dritta nella cabina di guida del primo vagone di una stipatissima metro A, è assorta nella lettura delle prime pagine di un libro. Lo è a tal punto che quando la ragazza accanto a lei le si affaccia praticamente sotto il naso per guardarla da vicino – forse pensando di riconoscere un volto noto – lei nemmeno se ne accorge. Segue risatina della ragazza con l’amica, ma non si accorge neppure di quella. Che sia stato di trance o calma serafica non ci è dato sapere: sappiamo solo che la lettura che l’ha portata lontano dal caos del vagone è L’atelier dei miracoli di Valérie Tong Cuong.
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