“Se la tua mente non è annebbiata da pensieri inutili,questa è la migliore stagione della tua vita.”(Wu-Men)
Vivere un surrogato di vita è uno stile di vita assai limitante, ma anche una limitazione può essere comoda se offre radici a cui potersi aggrappare per sentirsi connessi a qualcosa. Abbiamo bisogno di sicurezza e di essere a nostro agio cullati in ciò che è familiare. Per non sentire l’ansia che agita l’essere, l'incertezza e il caos interiore vogliamo la certezza di essere sicuri nel luogo in cui siamo. Ma la ripetizione impedisce l'espressione della nostra vera natura, perciò non sviluppiamo un cuore naturalmente aperto alla gioia di vivere.Le convinzioni più dannose per la tranquillità dell'uomo sono quelle legate agli attaccamenti. I nostri attaccamenti nascono sulle falsità che la mente impone come se fossero delle verità. Il desiderio e le illusioni si rinforzano reciprocamente, e si potenziano con l’appagamento del desiderio. Se un desiderio viene appagato crea altri desideri che chiedono di essere appagati, perciò il desiderio muove il ciclo samsarico che imprigiona e illude gli uomini. La felicità viene condizionata dalle nostre convinzioni soprattutto quando pensiamo che l'esterno possa offrire la pace interiore. Le illusioni si rinforzano perché l'attenzione è attratta dal fascino dell'idea illusoria. Credere che saremo felici se controlliamo l'esterno è l'illusione condivisa dalla maggioranza. Per sfuggire dall'ansia e alle sconfitte della vita preferiamo credere a molte falsità. L'illusione mitiga l'impatto con una realtà troppo dura offrendo una versione edulcorata del mondo, però l'illusoria consolazione diventa la fonte dell'infelicità umana. Si preferisce il dolore alla sconfitta, per questo è necessaria una totale sincerità e la volontà di scoprire se in noi prevale la voglia di essere felici o se preferiamo conservare le nostre sicurezze. Per praticare con l’attaccamento è necessario conoscere la vera natura delle nostre convinzioni, perciò dobbiamo sapere chiaramente ciò che vogliamo. Se siamo convinti di essere felici quando avremo delle precise condizioni la felicità troppo condizionata diventa impossibile da realizzare.Siamo condannati all'infelicità perché abbiamo paura anche della felicità, perciò sopportiamo molte situazione difficili illudendoci che tutto migliorerà in futuro. L'attaccamento alle illusioni che aiutano a vivere può prevalere sulla voglia di essere felici, perché la paura di vivere può vincere la gioia di vivere. La sofferenza non sarà mai eliminata se non abbandoniamo le pretese e le aspettative che nutriamo riguardo al modo di essere degli altri. Tutti vogliamo essere amati e apprezzati, perciò sappiamo che nessuno può dare le sicurezze che cerchiamo, ma restiamo aggrappati alla sicurezza di questa abitudine mentale. Per eliminare l'attaccamento dobbiamo conoscere il meccanismo che ci affascina e coinvolge nelle situazioni, perché così sappiamo quali idee vanno eliminate. Le illusione vengono eliminate con l'esperienza diretta, perché l'azione uccide l'illusione orientando le nostre sensazioni verso la percezione vera ed equilibrata delle cose. Se uccidiamo le illusioni togliamo potere agli attaccamenti, perché togliamo fascino e consistenza alle nostre illusioni. Per praticare con l’attaccamento dobbiamo passare dalla pretesa che la realtà sia come la vogliamo, alla realtà che è com'è. Chiaramente siamo liberi di conservare una nostra preferenza personale sulla qualità della realtà che vorremmo vivere. L'attaccamento eccessivo agli stereotipi e alle immagini esteriori dimostra che amiamo una realtà che è fatta di emozionalità istintiva in cui tutto deve essere come vogliamo, altrimenti ci arrabbiamo! Abbiamo molte pretese e illusioni che vanno ridimensionate, perché l'eccessivo attaccamento agli schemi concettuali può prendere il sopravvento. Per liberarsi dai problemi bisogna ammettere di avere problemi, perciò ammettiamo gli attaccamenti se vogliamo eliminare le nostre limitazioni. Dobbiamo ricordare che le convinzioni personali sono delle verità relative al singolo modo di essere, perciò non vanno imposte non essendo verità assolute. Se scopriamo tutto questo abbiamo elementi certi per sapere se il nostro essere è aperto verso la vita.Nessuno vuole l'ansia e l'incertezza, perciò non dobbiamo temere di lasciare l'identità fittizia costruita sulle vecchie illusioni, infatti possiamo eliminare le idee che limitano la nostra felicità. La vita autentica inizia con la comprensione e la sperimentazione del nostro essere, e l’essere è amorevole se è libero di esprimersi così com'è. Quando accettiamo la nostra natura interiore impariamo la stima e l'amore per il nostro essere, e se ci amiamo siamo felici di offrire anche agli altri la quieta gioia del nostro modo di essere. Buona erranzaSharatan