In tutto il mondo è in corso l'attacco al lavoro. La diffusione indiscriminata di un'occupazione temporanea e incerta connota l'esistenza di donne, giovani e migranti più di ogni altro aspetto dell'esistenza. I lavoratori oggi subiscono i danni di tutte le politiche di flessibilizzazione e deregolamentazione succedutesi negli ultimi decenni col solo scopo di abbattere il costo della forza lavoro come ormai esigeva l'evoluzione del capitalismo, creando quel proletariato precario espressione di questa informalità senza regole. La globalizzazione sta moltiplicando le incertezze economiche e sociali, e i lavoratori sono la categoria che dovrà accollarsi l'onere del rischio creato dalle riforme delle pensioni e dell'assistenza sanitaria. Come si può improvvisamente lavorare solo e soltanto per sopravvivere quando per anni si è vissuto nella consapevolezza che la propria vita poteva essere vissuta in un alveo di fiducia nel futuro e nella possibilità di realizzare i propri bisogni più veri? Una casa. Una famiglia. Come si può continuare a essere schiavizzati per retribuzioni che consentono appena la sopravvivenza mentre l'establishment ancora proclama che il modello capitalista di crescita non è intaccato dalla crisi? Si puo. I lavoratori si sono abituati a un esistenza precaria. I redditi stagnano e il costo della vita aumenta. Chissà quanti tra questi appartenenti al proletariato precario voteranno per il partito il cui leader consiglia alle donne di sposare un uomo ricco per migliorare la propria condzione economica.
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