L’attività lavorativa: una mappa psico/affettiva della persona

Creato il 20 dicembre 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

In questo reiterante,  nevrotico clima sociale di gente frettolosa e sempre in ritardo con i mille impegni quotidiani, dove nonostante l’altissimo tasso di disoccupazione il tempo sembri non bastare più a nessuno, potrebbe essere salutare concedersi qualche piccola pausa mentale per riflettere e approfondire a se stessi, per esempio, circa l’argomento: l’uomo ed il suo rapporto con il lavoro. Per un’indagine minimamente seria, pensando alla dimensione lavoro, le domande obbligate sono: che lavoro faccio? ( o vorrei fare), come lo faccio? (o lo vorrei fare), perché lo faccio? (o lo vorrei fare).

Rispondere a detti tre interrogativi equivale a fornire un profilo fedele ed esauriente di noi stessi, della nostra immagine sociale, ma anche del nostro carattere, la nostra mentalità, la filosofia di vita fatta propria e ovviamente la verità sul nostro intimo rapporto con il lavoro.

Nell’attività lavorativa investiamo la maggior parte delle nostre energie sotto forma di impegno, creatività, manualità, risorse intellettive, conoscenza e naturalmente gran parte del nostro tempo/vita grazie alla squisita cooperazione del corpo e la mente. Molte persone si dichiarano convinte di lavorare esclusivamente per ottenere il compenso economico relativo.

In realtà il lavoro, inteso come contributo personale all’universo di cui facciamo parte, offre all’individuo la migliore opportunità di crescita, di evoluzione ed espansione personale, altrimenti definita realizzazione del Sé.

Per realizzazione del sé non si intende ovviamente solo l’autonomia economica che certo ha la sua importanza, ma soprattutto il nutrimento psico/affettivo di cui ogni essere ha bisogno per sentirsi sintonizzato con la sua stessa esistenza. La famosa frase; “pane, amore e fantasia” è una sintesi eccellente dei bisogni umani; il pane per mantenerci in vita, l’amore quale linfa vitale e formula intrinseca di ogni ambito positivo dell’esistenza, la fantasia quale capacità di immaginare/sognare per creare la vita ed ogni suo significato.

A livello psicologico tutti sappiamo che l’uomo è afflitto da sempre dal mistero dell’esistere, l’unico sollievo di cui dispone è la capacità di amare e di ricevere amore.

Nel lavoro, qualunque esso sia, questa opportunità può assumere grandi dimensioni e quindi realizzare un grande sollievo.

 E’ il lavoro la migliore opportunità di cui disponiamo per lasciare tracce di noi stessi sulla materia e nel cuore storico dell’umanità.

     Dr.ssa Elisabetta Vellone