L'Australia si riprende la serie con gli interessi

Creato il 29 giugno 2013 da Rightrugby

Australia 16-15 British & Irish Lions, Melbourne (Series tied 1-1)

Se gli annali dicono che in Australia chi vince la prima delle tre partite a conti finiti ne esce sconfitto, settimana prossima nello showdown di Sydney potremmo assistere ad una scena già vista. Ma lontani dai periodi ipotetici, la realtà è che i Wallabies si sono ripresi la serie con il 16-15 sui British & Irish Lions nella sera di Melbourne, con gli interessi: chi di calci ferisce, di calcio perisce (stavolta arriva corto il penalty a tempo scaduto degli ospiti) e soprattutto la truppa di Robbie Deans per quanto ufficialmente è alla stessa altezza di quella di Warren Gatland, appare più che altro come il ciclista che in volata si stacca dalla ruota di chi lo precede e si allarga per il sorpasso nello scatto finale. In mezzo al guado del fiume, gli Aussie respingono l'assalto britannico in un match la cui tensione sale esponenzialmente con l'ingresso nell'ultimo quarto e i tourists sul massimo vantaggio (+6), finché l'unica meta dell'incontro, firmata Adam Ashley-Cooper rimescola i piani - e chissà, i destini della spedizione. Nel tabellino dei Wallabies c'è una voce mancata a Canberra: Christian Leali'ifano, che chiude con il 100% dalla piazzola, mentre Leigh Halfpenny lascia dietro di sé sei punti tra il penalty che al 3' potrebbe aprire le danze ed invece dalla distanza si stampa sulla traversa e l'ultimo degli ottanta+1 minuti, corto. Sorti invertite in sette giorni.
La cronaca - Ad arbitrare l'incontro è il sudafricano Craig Joubert che concede all'estremo gallese appunto l'opportunità di marcare ravvisando un tenuto a terra avversario, dopo una prima sfuriata Lions e la risposta dei padroni di casa, con Ashley-Cooper che viene chiuso da Brian O'Driscoll quando cerca di servire un compagno lungo la linea laterale. Con il palo si resta sullo 0-0 e ci si sposta al 5', per il primo ingaggio tra i due pack che scivola via bene sull'introduzione di Will Genia, ma Jamie Heaslip indossa i panni del fetcher nella ruck che segue e arriva un altro fischio di Joubert. I Lions si organizzano con una maul che entra nei 22 e viene fatta crollare da Wycliff Palu: c'è la distanza per piazzare sicuri, invece scelgono un'altra rimessa, un'altra maul. James Horwill è richiamato all'ordine assieme ai suoi da Joubert: al 9' Halfpenny non sbaglia per lo 0-3.
E' giusto l'inizio. Jonny Sexton calibra male il piede su un'indecisione strategica, così i Wallabies possono affidarsi al lancio di Stephen Moore sulla linea dei 22 in proiezione offensiva, con i ball carrier a portare l'accampamento ai 5 metri e Kurtley Beale - apertura aggiunta a James O'Connor - prova ad innescare Israel Folau di cross kick: l'ala agguanta sulla pressione di George North, ma il suo intento è rallentato e non controlla l'ovale a dovere. Ma qui comincia una storia nella storia, con Mako Vunipola messo all'angolo da Ben Alexander in mischia al punto che i Lions perdono il possesso e sull'ingaggio successivo Leali'ifao pareggia il conto al 16'. Grattacapi in prima linea: Vunipola smarrisce la bussola, resta bloccato e non dà il contributo sperato nel gioco aperto, così Adam Jones e Tom Youngs sono chiamati a fare gli straordinari per reggere al lavoro di Alexander, Moore e Benn Robinson e scacciare ingombranti fantasmi recenti. 

L'operato di Michael Hooper e Ben Mowen nei raggruppamenti si scontra con quello di Sam Warburton e Dan Lydiate, un confronto tra back row che detta i tempi e i segugi australiani che cacciano Ben Youngs nella raccolta. Intanto Beale regala un passo di danza sulla lineout, tenendo vivo un penalty di Sexton. I Wallabies prendono campo, Joe Tomane si aggiunge coprendo bene sul gioco aereo e al 21' Vunipola cede nuovamente e Leali'ifao porta avanti i suoi. La vendetta Lions scossa sette minuti più tardi per il 6-6 e al 32' per il controsorpasso. Se allora gli australiani indietreggiano nell'ingaggio, montano la pressione in rimessa, ponendo pressione su Alun-Wyn Jones e Youngs che calcia dalla base, Tomane contrattacca, Lydiate si fa trovare in off side e Leali'ifano pareggia ancora. Occorre dunque Halfpenny per i Lions: alza l'up and under che North riacciuffa a scapito di Horwill, Sexton taglia all'interno, Heaslip lo assiste e Mowen commette fallo nei propri 22: 9-12, finisce il primo tempo. 
La ripresa è tutto e il suo contrario. Nel senso che appunto è la parte di gara in cui i Lions allungano, ma anche quella durante la quale l'Australia va oltre. Sexton calcia e Tommy Bowe segue, Beale in ricezione perde palla in avanti e così gli ospiti possono attestarsi in attacco con la mischia, ma Robinson e Alexander riprendono le misure, mentre Youngs si attarda ad inserire l'ovale e una volta che esce, la pressione Wallabies è tosta. I primi attimi di gioco rotto si fanno vivi, con Jonathan Davies che spazza la palla persa dagli avversari davanti ai 22, sale la marea rossa, ma il possesso è difeso con Genia mentre Vunipola permette alla controparte di fare ordine intervenendo in fuorigioco, così il funambolico mediano batte rapidamente, la marea stavolta è di tonalità dorata e Warburton si aggrappa a Leali'ifalo per evitare guai peggiori. Youngs poltroneggia nuovamente nell'inserire il pallone in mischia e si condanna alla sostituzione con Conor Murray. Dentro anche Rob Simmons per Kane Douglas nella seconda linea australiana. 
Si respira tensione sotto il tetto chiuso dell'Etihad Stadium, O'Driscoll (tagliato fuori dalla difesa avversaria e con lui il socio Davies) serve palla a Folau anziché al compagno per il contropiede, ma un in avanti messi i piedi nei 22 ferma tutto. Ma l'Australia comincia a rubare terreno e mette il muso sotto i pali dei Lions - mentre i Lions non riescono ad accedere ai 22 altrui. Richard Hibbard prende il posto di T. Youngs infortunato, Palu getta alle ortiche un prezioso possesso con un riciclo alla cieca, Sekope Kepu rileva Alexander, Dan Cole fa rifiatare Jones. In tutto questo, North si carica sulle spalle Folau che va per placcarlo e palla in mano continua a correre. Al 65' Cole si prende la rivincita per quanto accaduto sette giorni fa e Halfpenny fissa il 9-15 da pressappoco centro campo. 

Arriva il momento di Tom Croft per un Warburton infortunato e di Sean O'Brien, nonché di Liam Gill per Palu. Sexton innesca ancora la corsa di Bowe di piede, ma l'ala irlandese commette un tenuto a terra. L'Australia può approfittare di una rimessa in attacco, ma spreca. Gli errori, a questo punto, costano caro. Così BOD calcia di piede nelle mani di Folau che non attende altro, corre sulla corsia destra, entra nei 22, Moore suona l'ulteriore carica e si assicura un vantaggio che Horwill decide di giocare con una mischia sui 5 metri. Sugli spalti la fetta di tifosi inglesi intona Swing Low Sweet Chariot, gli indigeni sospingono i loro beniamini alzando la voce. Murray pone una pezza facendo esplodere l'ovale di mano a Folau, i Wallabies si rifanno vivi con una decina di fasi raccogli e vai, erodendo l'argine rosso, finché Genia non cambia lato e Ashley -Cooper ha il corridoio lasciato sguarnito da Davies che stringe su O'Connor e marcar la meta al 74' che Leali'ifano trasforma. 4/4 per il centro, è tutt'altra storia. 
Ai Lions O'Connor concede una grande chance sul restart, quando spara fuori direttamente un pallone che in realtà gli è trasmesso da Genia da fuori l'area dei 22 metri. Hibbard va al lancio, lungo verso Cole, ma Gill mette in mostra una sana dose di mani educate e decise nello strappare il possesso in versione acrobatica. Una giocata che vale il prezzo del biglietto. Gli australiani possono risalire il campo perché gli avversari commettono pure fallo nella ruck, ma non paghi rendono un altro paio di favori: Joubert li punisce prima quando si riportano a ridosso dei 22 Lions, quindi a metà campo disposti sulla difensiva di fronte al disperato avanzamento dei Britons. L'ottantesimo è passato, la lancetta del cronometro continua a correre, la sirena ha squillato e Halfpenny è chiamato allo straordinario. Ma stavolta è lui a vedere il suo calcio non andare a buon fine sul filo del rasoio. 
Il pathos non manca. Le lacrime di gioia di Horwill a fine match la dicono lunga. Come si suol dire, si va alla bella.
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