Non si può negare, tuttavia, che una certa roccaforte di sostenitori di tale pratica permanga ancora nell´ambito dell´Unione, adducendo che la rinuncia al segreto darebbe luogo ad un´illecita ingerenza nella vita privata dei clienti internazionali. Dopo l´accordo raggiunto in ambito Ecofin per decretare la fine del segreto bancario a partire dal 2015, proprio negli ultimi giorni l´Austria ha ribadito che non intende rinunciarvi, in quanto non si darebbe la reale necessità di uno scambio automatico di informazioni in Europa al fine di combattere l´evasione fiscale. Di tutta risposta, la Francia ha minacciato il governo di Vienna di inserire le banche austriache in una “lista nera” degli Stati che non cooperano, con tutte le conseguenze negative del caso.
Il “no” austriaco, inutile negarlo, ha in parte eclissato l´entusiasmo dei detrattori del segreto bancario, di coloro che avevano gioito all´annuncio della decisione del Liechtenstein di privarsene. Questa notizia giunge infatti quale ennesimo segnale della scarsa volontà, da parte di alcuni, di rinunciare ai singoli baluardi del proprio potere finanziario.
Silvia Dal Maso