Piaceva tanto a Mourinho. Al punto da non farlo partire nello scorso mercato di gennaio e da lanciarlo in serie A a 19 anni e due giorni, nel rocambolesco 4-3 contro il Siena di San Siro. Alen Stevanovic, serbo nato in Svizzera, piaceva tanto anche al Toro da quasi 3 anni. Cairo lo avrebbe potuto prendere per 200mila euro, che reputò troppi nel gennaio 2008. Lo avrà adesso, in comproprietà dall’Inter, ma a un prezzo ben più salato. Non di soldi, bensì di immagine. Perché il talento inseguito anche dal Bologna «compensa» un addio che sta facendo infuriare tanti tifosi granata. Simone Benedetti, difensore centrale, classe 1992, da ieri è un giocatore dell’Inter, aggregato alla Primavera.
Visite mediche, firma e prime parole nerazzurre («Mio papà era più forte di me: lui ha giocato tanti anni in A»), accompagnato proprio da Silvano, il genitore ex del Toro e attuale capo della scuola calcio di Cairo. Simone era il migliore prodotto di un vivaio in lenta e faticosa ricostruzione. Gli è capitata l’occasione di continuare a crescere nel club campione d’Italia e d’Europa e l’ha colta al volo. Anche perché giusto un anno fa, per risparmiare poche migliaia di euro (e ci risiamo...), Cairo non gli prolungò il contratto in scadenza nel giugno 2011. Aveva il coltello dalla parte del manico, l’Inter. Non ha voluto infierire e ha siglato un’operazione che consente al Toro di rinforzare fin da subito l’organico per la B. Scambio di comproprietà, dunque, fra Benedetti e Stevanovic. Lerda perde un baby che avrebbe dovuto essere il 4° centrale di difesa e accoglie un talento per l’attacco, capace di giocare nelle tre posizioni alle spalle della punta del 4-2-3-1.
Fisico prestante (180 cm x 75 kg), buona velocità, abilità nell’uno contro uno. Nell’agenda di Mou, prima che lo Speciale lasciasse l’Inter, stava scritto: «Alen ha solo bisogno di giocare con regolarità, anche in B». Adesso ne avrà la possibilità. Dimenticando magari quell’ingombrante nomignolo di «Zidane», anche in Serbia regalato a tanti, troppi buoni fantasisti. Dimostrando le sue doti in un Toro costruito per un calcio propositivo, rapido e aggressivo. A Lerda servono tanti giocatori come Stevanovic. Esterni d’attacco oppure «ombre» della punta di riferimento. Comunque, tre sempre in campo per 42 giornate di campionato. Il serbo, in quota-giovani, offre pure il vantaggio di non occupare un posto nella lista dei 19 per la B. Per la quale potrebbe candidarsi il 25enne argentino Lucas Longoni, svincolato dall’Arezzo dopo aver segnato 15 gol per il Catanzaro di Lega Pro.
Ieri, intanto, ha lasciato definitivamente il ritiro di Norcia un altro giovane svezzato dal Toro. Lys Gomis, portiere a dir poco estroso, va in prestito al Foggia di Zeman, dove ad allenarlo troverà Franco Mancini, forte numero 1 passato alla storia anche per le sue eccentricità. Come minimo, un’occasione importante di crescita. Petrachi ha dato l’ok al trasferimento perché ha ormai in mano l’alternativa a Morello: è Davide Bassi, 25 anni, in rotta con l’Empoli con cui ha giocato 106 partite fra A e B nelle ultime 4 stagioni. Aveva ancora due anni di contratto, ha chiesto e ottenuto di potersi allenare con lo Spezia in attesa di sistemarsi. Lo farà oggi, al Toro.