L’avanguardia primitiva. La collezione di Alessandro Passaré

Creato il 28 gennaio 2014 da Roberto Milani
L’avanguardia primitiva. La collezione di Alessandro Passaré

Mercoledì 29 gennaio, ore 18Milano, Castello SforzescoSala studio della raccolta stampe Achille Bertarelli


presentazione del volume
L’avanguardia primitiva. La collezione di Alessandro Passaréa cura di Luca Pietro NicolettiSaggi di Ivan Bargna, Sara Chiesa, Luca Pietro Nicoletti, Carolina OrsiniTestimonianze di Sergio Dangelo, Sergio D’Asnasch, Giorgio Salsi e Antonio ParadisoScalpendi editore
Presentazione di:Giulio Calegari (Centro Studi Archeologia Africana- Museo di Storia Naturale -Milano)Giorgio Zanchetti (Università degli Studi – Milano)
con la partecipazione di:Ivan Bargna (Università  Milano Bicocca)Sara Chiesa (Associazione MIMondo , Milano)Luca Pietro Nicoletti (Università degli Studi Milano)Carolina Orsini (Civiche Raccolte Extraeuropee)
Il  libro  - che   inaugura la collana “Avanguardia Primitiva. Biblioteca della Fondazione Alessandro Passaré” - cerca di delineare il profilo di Alessandro Passaré collezionista sullo sfondo della Milano del secondo dopoguerra. È in quel contesto, infatti, che il medico milanese si innamora prima dell’arte dei suoi contemporanei, con aperture verso l’arte europea ed extraeuropea in cui già si poteva presentire, forse, quel gusto del “primitivo” che avrebbe procurato, in lui, una passione per il continente nero: un vero e proprio “mal d’Africa” che lo condurrà a viaggiare per il mondo e ad esplorare soprattutto il continente africano. Passare dall’arte contemporanea alle arti primarie, dunque, poteva costituire una migrazione naturale: ai suoi occhi, probabilmente, non si trattava di cose distanti, ma solo di una dialettica fra arte d’avanguardia e una “avanguardia primitiva” dall’altra. Sulle pareti della sua abitazione, dunque, Passaré mette in atto il dialogo fra moderni e primitivi, fra i collage di Baj, i segni di Tancredi e le maschere negre, fra la combustione di Burri e i piccoli totem del continente nero. Ed è all’insegna di questa sinergia, mettendo in luce i lati arcaici (o ancestrali) del moderno, che si chiude il suo lungo percorso nel secondo Novecento, guardando al mondo intero a partire da Milano.

“Avanguardia primitiva. Biblioteca della Fondazione Alessandro Passaré”Collana a cura di Luca Pietro Nicoletti
Con questo volume la FondazioneAlessandro Passaré avvia una collana di libri dedicate alle due grandi passionicollezionistiche di Passaré: l’arte contemporanea e l’arte africana. In omaggioa queste predilezioni di gusto, la collana intende proporre, avvalendosi dellacollaborazione di specialisti, contributi scientifici originali o riproporreclassici ormai di rara reperibilità di entrambi gli ambiti, dando spazio alcontributo di giovani studiosi e a ricerche inedite per taglio temi e tagliointerpretativo. L’obbiettivo è di creare una biblioteca di studi in cui nuoveindagini sul secondo Novecento e sull’arte africana, o sulla loro reciprocainfluenza, diventino vicini “di scaffale” entro un discorso unitario: sonoqueste che il collezionista, in una mostra degli anni Ottanta, aveva definito“risonanze”.Come annotava Sandro Passaré,riferendosi soprattutto alle opere d’arte africana e alla loro alteritàrispetto alla cultura occidentale, l’arte non è fatta solo di manufatti, maanche di sguardi che si posano su di essi, costruendovi, con lo sguardo e conla parola, un “epigramma visuale”: questa collana vuole raccontare la storia diquegli sguardi che, nella loro storicità, si posano sulle cose.I prossimi volumi in programmaper il 2014 saranno:
  • Giuseppe Di Natale, “Phases” e l’Italia
  • Enrico Crispolti, Il Burri “esistenziale”, a cura di L.P. Nicoletti

La Fondazione Alessandro PassaréNata nel 2007, la FondazioneAlessandro Passaré è stata costituita, con finalità culturali, per desiderio diMassimo Passaré di ricordare il padre – medico appassionato d’arte – e diportare avanti gli ambiti disciplinari che furono la sua principale passione dicollezionista di arte moderna e di arte primaria, oltre alla valorizzazionedella collezione da questi ereditata. Un nucleo di trecento opere di arteafricana a lui appartenute, infatti, si trova attualmente in deposito presso laCiviche Raccolte Extraeuropee, che vi ha dedicato nel 2011 la mostra “MalD’Africa” al Castello Sforzesco di Milano.Scopo della Fondazione èpromuovere ricerche e iniziative culturali rivolte all’arte contemporanea e,soprattutto, alle arti primarie, attraverso mostre e pubblicazioni. In questosecondo campo, in particolare, la Fondazione si è impegnata attivamente per unamigliore conoscenza della cultura e delle espressioni artistiche primarie,soprattutto per quanto riguarda il continente africano, promuovendo iniziative,pubblicazioni e mostre a partire dalle opere appartenute alla collezionePassaré (e oggi di proprietà della Fondazione), lavorando sia sul confronto fraarti primarie e arte contemporanea, sia attraverso progetti rivolti allescuole.A queste attività si accompagnaun progetto di sensibilizzazione ai temi dell’arte e della cultura delcontinente africano che coinvolge gli studenti della scuola dell’obbligo.
Alessandro PassaréAlessandro Passaré  (1927-2006), medico, comincia a comporre la propria collezione verso la fine deglianni Cinquanta, diventando presto il “medico degli artisti”. È un momento digrande fervore artistico e culturale per Milano, ed è proprio nel milieu diBrera – fra l’Accademia e il Bar Giamaica, o altri luoghi di ritrovo per igiovani artisti di allora – ed è grazie all’amicizia con alcuni di loro cheAlessandro Passaré scopre l’arte contemporanea e, poco alla volta, comincia acollezionarla.Ma insieme alle opere, egli ha acuore l’amicizia con gli artisti, di cui frequenta gli studi. Fra i molti,accanto al pittore e fotografo Orazio Bacci e i pittori Hsiao Chin e Ho Kan,vanno ricordati Enrico Baj, Lucio Fontana e Wifredo Lam. A questi, poi, bisognaaggiungere Sergio Dangelo, che ebbe un ruolo determinante nella formazione deisuoi gusti collezionistici. Persino la sua professione di medico interagiscecon la sua passione artistica: proprio lui, infatti, aveva in cura il giovanePiero Manzoni, di cui, prematuramente, dovette stilare anche il certificato dimorte.Grazie alla frequentazione conLam scopre l’arte africana. È l’aprirsi, per lui, di un nuovo orizzonte el’inizio di una nuova raccolta: vende le opere d’arte contemporanea, o almenouna larga parte di queste, per comprare l’arte primaria. Non si trova mai,nella sua collezione, un pezzo brutto ma dal nome altisonante. Accanto alcollezionismo, poi, viaggia molto, e durante i viaggi documenta tutto: scattamoltissime diapositive (se ne conservano circa 15.000), annota i luoghi in cuiè stato e le cose che ha visto.

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