Oggi la nostra rubrica si occupa di uno dei nemici storici dell’essere napoletano: l’avarizia! Infatti se è una cosa che nel corso degli anni, nell’animo partenopeo, non si è mai spenta, è la generosità. Il tirchio, di conseguenza, è visto in modo assai scontroso. Tra tutti i difetti, questo è il meno gradito.
Il proverbio di oggi si avvale ancora per una volta del mondo faunistico. L’animale questa volta è il maiale (‘o puorco). Il proverbio per la precisione dice che :
“L’avaro e’ comme ‘o puorco e’ buono sulo doppo muorto!”
TRADUZIONE:
“L’avaro, come il maiale, è buono solo dopo esser morto!”
Si sa che del maiale non si butta via nulla. Questo però ha senso soltanto se l’animale in questione è ucciso. Da vivo invece rappresenta solo una spesa per l’enorme quantità di cibo di cui ha bisogno, ma, per quanto riguarda le doti utili alla caccia, alla difesa, o alla compagnia, ne è assolutamente sprovvisto.
L‘avaro, come il porco, da vivo si ingozza, ossia metaforicamente, conserva in modo spasmodico il denaro, con l’unico fine di accrescere il proprio patrimonio, senza che questo venga investito o utilizzato in qualsiasi altra maniera. Per tale ragione la sua unica utilità sarà quella di lasciare soldi ad eredi, aguzzini ed altre personalità simili. Perciò, come un suino, il suo scopo su questa Terra si realizza solo al momento della morte.