Misure drastiche sono necessarie man mano che aumenta il numero di contagi e decessi causati dal virus dell’Ebola in Guinea, Liberia e Sierra Leone.
L’allarme è stato lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), fortemente preoccupata per la trasmissione dell’epidemia verso altri Paesi del continente nero e l’ ulteriore eventuale propagazione anche a livello internazionale.
Responsabili in primis gli spostamenti in aereo di persone da un continente all’altro che sono, oggi come oggi, all’ordine del giorno.
In base all’ultimo bilancio diffuso dall’organismo Onu, dall’inizio dell’anno sono stati registrati 635 casi di febbre emorragica, di cui finora la metà è stata confermata come Ebola e ben 399 decessi.
Non si tratta più di un’epidemia specifica, limitata a un solo paese, bensì di una crisi regionale.
Si tratta della più grave epidemia in termini numerici e per estensione geografica ha detto il dottore Luis Sambo, direttore regionale dell’Oms in Africa, sollecitando “un’azione ferma” da parte dei governi, una maggiore collaborazione transfrontaliera e “sforzi più intensi” per trovare risposte.
Per far fronte all’epidemia regionale, l’Oms ha convocato ad Accra (Ghana) i prossimi 2 e 3 luglio una riunione speciale, cui parteciperanno i rappresentanti responsabili del settore sanità di ben undici Paesi africani.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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