Dalle pagine di La Repubblica, Amèlie Nothomb, ospite della kermesse "Più libri più liberi" paragona l'invenzione letteraria all'ebrezza che si prova bevendo del buon vino, ma attenti a non sbronzarvi con le parole.
Se una storia è meglio di una sbronzaProvarci è semplice basta un foglio e una matita.La scrittura provoca un'ebbrezza meno onerosa,più sensuale e più duratura dell'altra quella etilica.Senza l'una o l'altra forma di ebrezza,la vita non è tollerabile.Di tutte le ubriachezze la scrittura è la più riuscita.
"E' lì, nella testa,che ti ubriachi.L'eccitazione intensa,la pressione folle.
Vorresti che questa condizione durasse per sempre:con un po di esperienza si può prolungare.
(...)Ricordati che tutto questo è sbronzografia e ringrazia ogni istante la musa dell'ebrezza:se la mente è in grado di mollare gli ormeggi è solo grazie a lei.
Se ti ricordarai della tua nullità e del tuo debito verso la musa degli eccessi,potrai scrivere pagine e pagine,per ore,ti potrai sbronzare,ubriacare,potrai bere fino allo sfinimento: non avrai mai il dopo sbornia".
di Amèlie Nothomb da La Repubblica edizione del 6 dicembre 2011 traduzione di Monica Capuani.
Una forma di vita
di Amèlie Nothomb
Voland € 14,00
Una forma di vita? Non è un semplice romanzo, ma un modo originale, delicato, geniale di raccontare un dramma vissuto da sempre più persone: l'obesità.
Amèlie Nothomb , ama curare, come pochi colleghi, la posta dei propri lettori. Un giorno, fra le varie missive che riceve quotidianamente,c'è ne una che le salta subito agli occhi. La lettera è di un soldato americano d'istanza in Iraq, Melvin Mapple, che si rivela un suo accanito fan.
Amèlie, divertita, sorpresa e lusingata dallo scoprire un lettore così accanito fra le truppe statunitensi, accetta lo scambio epistolare. L'amicizia di penna, fra la scrittrice nippobelga e il soldato di Baltimora si rafforza sempre più. Melvin mette al corrente Amèlie di un problema che si stà dimostrando sconvolgente, quasi come l'eroina in Vietnam, per tutti i soldati americani : l'obesità. Lo junk food sembra essere entrato nelle menti non solo nel corpo dei militari. La frustrazione, la depressione , il male di vivere vengono somatizzati in chili di grasso, la pinguedine fa da cuscinetto, da scudo fra loro e il resto di questo sporco mondo.
Amèlie è sconvolta , vorrebbe aiutare il suo amico ingrassato di 130 chili nei sei anni di guerra, fra il serio e il faceto gli suggerisce , come ha fatto una ragazza anoressica a Parigi, di fotografare la trasformazione del suo corpo, di fare delle sue braccia,gambe,pancia,natiche orrendamente sformate un' opera d'arte da esporre in una galleria, perché tutti sappiano,vedano! La sua voracità compulsiva avrà un senso,darà vita ad una forma...d'arte.
Melvin accetta, si fotografa, le sue foto sono esposte in una galleria d'arte in Belgio, ma a questo punto lo scambio epistolare si interrompe. Amèlie è preoccupata, chiede aiuto all'Editore americano affinchè l'aiuti e ritrovare il soldato: che cosa sarà accaduto a Melvin Mapple?
di Luigi De Rosa -Libreria L'Indice