L’eccesso di democrazia

Creato il 02 aprile 2014 da Salvatore Cugliari

“Nulla rischia di uccidere la democrazia più che l’eccesso di democrazia”

Potrebbe sembrar strano, potrebbe, alle volte, apparire paradossale questa celebre frase tratta da un libro di Noberto Bobbio ma, soffermandosi e riflettendoci un solo misero attimo, tutti noi non possiamo far altro che concordare con il grande filosofo.

Ci abbiamo mai mediato sopra? Abbiamo mai solamente pensato che ciò che il popolo vuole e acclama da ormai tanti anni potrebbe annientare definitamente quel che egli cerca di proteggere e ottenere?

In tutte le cose e nella vita in genere l’eccesso non porta mai al il risultato sperato. L’eccesso, se molte volte può portare al raggiungimento di una determinata meta, alle volte può farci cambiar rotta, può farci affondare nelle nostre stesse esigenze. Per eccesso non mi riferisco al qualcosa in più, non mi riferisco al fantomatico fattore “plus”; per eccesso mi riferisco a un qualcosa che pur essendo già ampiamente presente è troppo ricercato, troppo voluto. Il superfluo è odioso. Il superfluo non porta altro che autocommiserazione, non porta altro che autodistruzione.

La citazione su fatta è di un’attualità stravolgente. Ora più che mai, il popolo vuole libertà, vuole “più” democrazia. La vuole, la  ricerca senza pensare al lato negativo della medaglia.

Parliamoci chiaro, nell’ultimo periodo (mi riferisco agli ultimi 4 – 5 anni) il nostro paese non ha certo brillato per il modo in cui è riuscito a risaltare il potere del popolo. Spesso la nostra classe dirigente ha preso più che dato. E’ stato questo meccanismo a far scattare in noi la voglia d’eccesso ma, purtroppo, questa miccia ormai avviata potrebbe scoppiare da un momento all’atro, potrebbe annientare ciò che tutti cerchiamo di tutelare, ovvero la nostra democrazia.

I volti dei candidati grillini emersi dai risultati del primo turno di votazione

Proprio ieri sono terminate le votazioni interne del M5S che hanno portato alla luce i primi candidati grillini al Parlamento Europeo. Si sono cadiate bene 5.091 persone. I votanti, d’altro canto, sono stati 35.188. In pratica un votante su 7 era candidato.

L’ideologia grillina di fondo non è che mi sia mai dispiaciuta molto. Essa, essenzialmente, si base sull’accentrare il potere nelle mani del popolo attraverso un coinvolgimento diretto e costante. La democrazia diretta, insomma, pur avendo molti lati negativi, aveva indubbiamente un potenziale positivo non indifferente.

Da un paio di mesi a questa parte, mi sono, a mio malgrado, dovuto ricredere. Ho rivalutato quest’ideologia di fondo e ho capito che essa, almeno in questo momento storico, non può funzionare. Sono ritornato sui miei passi solo, e ci tengo a chiarirlo, dopo un’attenta riflessione su come è stato effettivamente utilizzato questo tipo di coinvolgimento diretto.

Far bastare 33 voti per spirare a un seggio a Bruxelles sono leggermente pochini. E’ ridicolo pensare che i candidati grillini alle europee sono stati scelti interamente solamente in base a un giudizio a caldo su una loro apparizione in un video. Questo meccanismo così gestito, implicitamente, potrebbe far emergere una classe politica ancor più malsana e incapace di quella odierna. C’è il rischio concreto che i nostri rappresentanti in Europa possano essere delle vere e proprie capre.

Preferisco, di certo, il vecchio “iter” polito a delle candidature farlocche che rischiano unicamente di aggravare la situazione. La scrematura che avviene nei partiti è sicuramente più seria di tutto ciò.


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