Lo spazio giornaliero dei lettori per i lettori.
La voce di coloro che non hanno un proprio blog e che in questo spazio esprimeranno opinioni veraci, schiette, dirette, sintetiche ma non per questo superficiali sulle proprie letture.
Un’eco dell’anima curiosa, libera, nostrana, riflessiva che vive in ciascun lettore.
Tutti coloro che vorranno aggregarsi alla comitiva possono farlo scrivendoci una mail all’indirizzo info@openars.it
Di Loredana M.
Victoria solo questo ha ricevuto come dono d’amore dalla madre affidataria Elizabeth, la prima persona che le ha voluto bene: la capacità di raccontare storie e sentimenti (i suoi, e quelli degli altri) con i fiori; e solo questo sa dare di sé, agli altri, ma anche a sé stessa. Perché alla fine è vero, anche se suona banale come concetto, che ciò che doniamo agli altri lo doniamo anche a noi stessi. E quando poi tutto questo amore ci viene incontro con tutta la sua forza, ed irrompe inaspettatamente nella nostra vita, quando pensavamo di non meritarlo più, quando avevamo smesso di crederci, nel bene e nell’amore, può farci paura al punto da respingerlo con violenza, fino a fare del male nel peggiore dei modi; e a farci del male. Nel peggiore dei modi.
Victoria e Elizabeth, bisognose e impaurite d’amore al punto da farsi del male a vicenda, in maniera feroce e crudele, forse nell’intento dell’autrice volevano essere lo spunto per scagliarsi contro il sistema delle adozioni in America e per rendere il libro un po’ più politically incorrect di quanto non le sia riuscito in realtà. Ai miei occhi e al mio cuore di lettrice, appassionata ed affamata di sentimenti e di storie, è arrivata una bella figura di ragazzina inesperta della vita e dell’amore, in ogni sua forma e manifestazione; una ragazzina, ammettiamolo, irritante e a volte antipatica per il suo volersi ostinare a respingere con forza, quasi feroce, tutto ciò che di bello la vita le offriva, perfino la maternità. Una maternità che l’ha sopraffatta dentro, rischiando di distruggerla per il troppo amore che l’ha travolta, e che si sentiva incapace di gestire, tanto forte era quel fiume di sentimenti che scaturiva da quell’esserino cresciuto dentro di lei, e che chiedeva, chiedeva tutto di lei. Tutto quello che c’era, e che Victoria per prima non sapeva di possedere, perché non l’aveva mai ricevuto: amore da dare. Quello semplice, istintivo, naturale. Quello che c’è sempre, da qualche parte, dentro di noi. Quello che, sempre e comunque, ci rende più forti di tutto, e di tutti.
Il linguaggio segreto dei fiori, di Vanessa Diffenbaugh
(Ed. Garzanti, 2011, pp. 359, ISBN 9788811686613)