“Vale sempre la pena di sognare”, scrivevo un po’ di giorni fa. Ed è senza dubbio dello stesso parere l’affascinante capitano Marcel, che si definisce venditore ambulante di sogni: di porto in porto, di nazione in nazione, dona un sorriso ad ogni persona che incontra e un sogno per cui vivere.
Ma la vita purtroppo è ben altra cosa che un sogno, per cui bisogna sì sognare per soddisfare i propri desideri di evasione ma con leggerezza, senza rimanerne ancorati. Perché la vita è una sola, e non si può sprecarla correndo dietro a un sogno. Chè una volta arrivati tanto vicini dall’afferrarlo svanirà nel nulla, lasciandoci nella malinconica amarezza del risveglio.
Un romanzo che cattura fin dalla prima pagina, scritto in modo assai scorrevole con i personaggi che si alternano pagina dopo pagina, onda dopo onda.
Di Alessandro Margheriti
Il porto dei sogni incrociati, di Björn Larsson
(ed. Iperborea, 2001, pp. 312, ISBN 9788870910971)
[N.d.R. Quando Alessandro mi ha spedito la recensione l'ha accompagnata con il commento: "Non credo di esagerare nell'affermare che è uno di quei libri che ti cambiano la vita
Da ciò che scrive, dunque, quest'opera ha molto colpito il nostro giovane lettore e non stento a credergli, in considerazione del fascino letterario che hanno le opere del grande scrittore svedese Björn Larsson.
Il bagliore che questo romanzo ha impresso negli occhi di Alessandro è sicuramente un fedele alleato dell'iniziativa che ha lanciato sul suo blog, che potete trovare qui, e a cui spero molti di voi dedichino qualche minuto del proprio tempo per partecipare.
Tra qualche giorno troverete anche me: ho accettato con piacere l'invito di Alessandro a rispondere a qualche domanda sul tema, pertanto leggerete presto la mia versione "sognatrice".
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