L'eco-totalitarianismo cresce
Creato il 27 ottobre 2010 da Estropico
Ammettiamolo, fra le molte forze che vorrebbero, e forse potrebbero, rallentare la marcia del progresso, dobbiamo includere parti del movimento ambientalista. Il sempre attento Ronald Bailey segnala un articolo del Guardian nel quale Micah White sostiene che il ruolo degli "ambientalisti democratici e antifascisti" e'quello di limitare il potere delle corporazioni, e che solo limitando il consumismo da esse spinto sarebbe possibile evitare la catastrofe climatica e la "tirannia ecologica". In questo modo il consumismo occidentale sarebbe ridotto "volontariamente e gioiosamente" (occidentale?! Forse a White e' sfuggito il fatto che solo in India e Cina esistono ormai classi medie di dimensioni piu' grandi dell'intera popolazione dell'Unione Europea e decisamente consumiste...) Ma la cosa che fa' accapponare la pelle e' che la ricetta di White e' proposta come alternativa a soluzioni piu' drastiche che stanno cominciando ad emergere, come quella di James Lovelock secondo il quale, per risolvere il problema del mutamento climatico, potrebbe essere necessario "rinunciare alla democrazia, per un po'." O come quella di Pentti Linkola, un ambientalista praticamente sconosciuto al di fuori della Finlandia fino all'anno scorso, quando il suo libro e' stato tradotto in inglese e del quale White scrive che ha creato un movimento ambientalista-autoritario il cui obiettivo e' la creazione di un regime che sopprima "senza scrupoli" il consumismo. Per White, ed e' difficile non essere d'accordo, Linkola rappresenta l'ambientalismo spinto al suo estremo totalitario, un ambientalismo per il quale "disciplina, proibizionismo [...] e oppressione" sono le uniche soluzioni. Linkola presenta, parallelamente a "ragionevolissime idee ambientaliste", proposte quali la fine della liberta' di procreazione, la "abolizione" dei combustibili fossili, dei trattati commerciali internazionali e del traffico aereo, la demolozione dei suburbi, la forestazione dei parcheggi... E manderebbe coloro "responsabili" per il corrente sistema economico fondato su competizione e crescita economica "in montagna", per essere "rieducati"...
Non e' che gli estremisti, quali questo Linkola, rappresentino una maggioranza all'interno del movimento ambientalista, ma il punto sottolineato da White, e perfettamente calibrato per i lettori di sinistra del Guardian, e' che gli estremisti guadagneranno terreno e metteranno in gioco la democrazia stessa, se il mainstream ambientalista non fara' sostanziali progressi nell'imporre il proprio programma e se non riuscira' a convincere il grande pubblico che per "salvare il mondo" occorre molto di piu' che comprare prodotti biologici e andare ogni tanto in bicicletta. La ricetta di White e' quella di fermare/rallentare la crescita economica riducendo drasticamente i consumi, ed essendo un attivista dell'organizzazione anti-consumista Adbusters, la sua enfasi e' sul mettere le redini, o sull'eliminare completamente, la pubblicita'.
Insomma, di fronte al programma eco-socialista di White non e' difficile capire perche' Bailey abbia intitolato il proprio articolo "E questa sarebbe l'alternativa all'ecofascismo?"...
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