L’ecomostro di alimuri e’ morto

Creato il 30 novembre 2014 da Speradisole

L’ECOMOSTRO DI ALIMURI E’ MORTO

Il 16 gennaio 2011, avevo postato un articolo proprio su questa costruzione orrenda che imbruttiva una delle più belle spiagge della costa sorrentina. Oggi 30 novembre 2014 finalmente è stata demolita. Una buona e bella notizia.

Eccolo, il più longevo ecomostro della costa sorrentina e forse del Paese. Lo scheletro di cemento di quel che doveva essere un hotel da cento stanze, 2 mila metri quadrati e 18 mila metri cubi.

Un giorno dell’agosto 2009,  gli operai si sono presentati, di buon mattino e hanno iniziato a trafficare sul rudere.

Erano lì per demolire finalmente l’ecomostro di Alimuri, l’albergo abusivo e incompiuto, che da 42 anni deturpa la costa sorrentina al confine tra Meta e Vico Equense?

Nossignore. Erano lì per avviare i lavori di ‘protezione’: un’imbracatura di reti metalliche per impedire ai bagnanti di avventurarsi sui cinque piani di solai sgretolati, pericolosi trampolini di folli tuffi, e per salvare la struttura dal costone retrostante che si sta sfaldando.

Domanda: che mercato ha un abuso edilizio che tutti vorrebbero per decenza vedere raso al suolo? Chi non è del ramo non saprebbe cosa rispondere.

E’ brutto, fatiscente e pericoloso. Perché si affaccia sul mare e così qualche incosciente si inerpica sulla struttura per azzardare un tuffo o ammirare il panorama, infrangendo l’ordinanza di divieto di transito per pericolo caduta massi e attraversando i buchi di una recinzione da pollaio.

Infatti ogni estate qualcuno si ferisce. Negli ultimi due anni tre ragazzi sono finiti in ospedale. L’ultimo all’inizio di quest’estate: ha ceduto il solaio di un balcone del secondo piano, il giovane è precipitato sugli scogli e ha rischiato di rimanere paralizzato. D’inverno le cose non vanno meglio: il luogo si popola di spacciatori e tossici.

L’invocata demolizione pareva avvicinarsi nell’estate del 2007, con la firma della convenzione promossa da Rutelli. Il costo dell’abbattimento, del ripristino del fronte mare e del costone alle spalle del manufatto, sarebbe stato così suddiviso: 600mila euro a carico del governo e della Regione, 500mila a carico dei privati che, in cambio, avrebbero ottenuto una nuova licenza, per costruire un altro hotel, di pari cubatura, a Vico Equense.

Ma le condizioni dell’accordo, inspiegabilmente, fecero  gridare allo scandalo l’opposizione di allora e si innescò una lunga procedura fatta di lettere, denunce e controdenuce, con la conseguenza che lo scheletro di cemento armato che  doveva essere demolito entro il 31 ottobre 2007 , sta ancora lì, su quel bel mare, mentre i fondi, già stanziati per la demolizione, sono stati destinati, dal ministro dell’economia, ad altro.

Un ministro, quello dell’economia, ironico e antipatico,  che per la cultura e per l’ambiente  non solo non ha riguardi, ma pare li abbia proprio in odio. Siccome nutre tante simpatie per i legaioli, forse gli basta la storia di Barbarossa,  come cultura e l’orto di casa sua, come ambiente.

(http://speradisole.wordpress.com/2011/01/16/)

(L’allora ministro cui si fa riferimento era Tremonti)



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