L'economista Alessandro Penati propone una riforma del fisco in dieci punti (da "la Repubblica"): tra questi, quella dell'amministrazione finanziaria

Creato il 10 gennaio 2012 da Gaetano61
L'economista Alessandro Penati ha proposto ieri sul quotidiano la Repubblica un decalogo per la riforma del fisco. Si tratta di idee quasi tutte condivisibili, ad eccezione della parte dell'articolo in cui il professore non ritiene che la previsione del carcere in materia penale-tributaria, possa costituire un utile strumento nella caccia agli evasori fiscali: il fatto che la misura sia stata scarsamente applicata, non depone automaticamente per la sua inutilità. Penati dedica un capitolo anche alla riforma dell'amministrazione finanziaria:
«Quantitativamente l´Agenzia delle Entrate produce una mole enorme di accertamenti, circa 700mila l´anno (di cui solo 320 mila automatici) e ben 220mila su professionisti e piccole imprese. Equitalia ha in essere 1,6 milioni preavvisi di fermo e 450mila ipoteche. E poi c´è la Guardia di Finanza che dichiara 800mila controlli pianificati e 30mila verifiche. Secondo i dati disponibili, l´Internal Revenue Service americano compie circa 1 milione di accertamenti, di cui 200mila su individui ad alto reddito. In un paese dove la sola California ha quasi il Pil dell´Italia. Nel 2010 in Italia sono state accertate imposte evase per 28 miliardi, e recuperate per 10,6; negli Usa sono 45 i miliardi di dollari recuperati. Quanto a efficienza, dunque, c´è molto da fare.
 
Il contrasto all´evasione è suddiviso tra cinque istituzioni: Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Equitalia (a sua volta divisa in società “regionali”, come se il contrasto all´evasione fosse un fenomeno “locale”), Sogei e Agenzia del Territorio. Questo crea duplicazioni, mancanza di coordinamento, disomogeneità di professionalità e di obiettivi. Va creata una Super Agenzia, meglio un´Authority, con un vertice unitario che risponda direttamente a Governo e Parlamento, che abbia obiettivi e risultati annuali di pubblico dominio, un organigramma razionale, e un budget separato e trasparente. Le funzioni di polizia tributaria della Finanza dovrebbero confluire in un´unità specializzata in reati finanziari, corruzione e criminalità organizzata; quelle di presidio dei confini, alla Polizia di Stato».

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