L'ecumenismo nel Nuovo Testamento

Creato il 22 novembre 2014 da Corradopenna
In un vecchio articolo sulla figura di Gesù nei Vangeli canonici, ho ricordato la presenza di diverse frasi ed episodi che mostrano Gesù come un profeta ebraico che predica agli ebrei. Emblematiche sono le parole del vangelo secondo Matteo, capitolo 10: 5-6
Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.
Fanno contraltare diverse altre frasi ed episodi di tenore opposto, come ad esempio il passo dello stesso Vangelo di Matteo, capitolo 8: 5-13, un passaggio, da notare, che precede quello appena citato (a segno che non si può nemmeno parlare di una graduale modifica dell'insegnamento di Gesù che dopo avere predicato agli Ebrei si rivolge anche al resto del mondo):
Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro; Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa». All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Và, e sia fatto secondo la tua fede». In quell'istante il servo guarì.
Ancora in Matteo 24: 14, nel famoso "discorso sulla fine dei tempi", leggiamo 
Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.
Similmente in Giovanni 10: 16 leggiamo:
E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
E ancora in  Giovanni 4: 1-41 si legge di Gesù che incontra una Samaritana e le offre le sue parole salvifiche, poi condivise con il resto della gente di quella città (notare la differenza con la citazione di apertura).
Chi come me ha letto per intero le profezie dell'Antico Testamento sa bene per altro che in esse si trovano soprattutto visioni nazionalistiche e guerrafondaie della Grande Israele che soggioga tutte le nazioni vicine, ma anche visioni più idilliache in cui la centralità di Israele è vista più sotto un profilo spirituale, ed emergono persino visioni ecumeniche della fine dei tempi, quando Dio Padre porterà la pace su questa Terra dopo una lunga tribolazione.

Ciò è evidente soprattutto nel libro di Isaia, che secondo gli stessi studiosi cristiani è derivato da una giustapposizione e sovrascrittura di elementi di Isaia stesso, del Deutero-Isaia e di altri compilatori successivi. In tale libro leggiamo che Israele ed il suo popolo devono essere pii, tenere fede all'allenza speciale col loro Dio esclusivo, non cercare alleanze con altri popoli (fedeli ad altri dei) e aspettare che il Dio degli Ebrei come ricompensa renda grande la nazione di Israele, ovvero che faccia di Israele un paese che vince le guerre e che ingrandisce e rende saldi i suoi confini. 

Ma nello stesso libro di Isaia troviamo scritto, nel capitolo 66: 18-21
Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle genti di Tarsis, Put, Lud, Mesech, Ros, Tubal e di Grecia, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni. Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutti i popoli come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari al mio santo monte di Gerusalemme, dice il Signore, come i figli di Israele portano l'offerta su vasi puri nel tempio del Signore. Anche tra essi mi prenderò sacerdoti e leviti, dice il Signore.


Esposti fin qui i dati veniamo alla loro analisi. Le possibili interpretazioni sono tre:
1) Gesù era un nella migliore delle ipotesi, un mistico, un profeta apocalittico, che come molti altri profeti apocalittici avreva un che di sciamanico, intuiva il futuro in base a visioni e precognizioni che non sempre erano coerenti le une con le altre. Tale interpretazione, che di sicuro ridimensiona la pretesa divinità di questo essere umano, si basa su quanto già esposto negli articoli sulle visioni del profeta Ezechiele, e sull'Apocalisse
2)  Vi è stata una intenzionale adulterazione dei testi originali, con l'introduzione di aggiunte posticce. Sappiamo bene che nessuna copia originale dei vangeli (o della supposta fonte Q)è in nostro possesso, ed è forte il sospetto che la nascente teologia "cattolica" di Paolo di Tarso abbia cercato di adattare il testo evangelico alle proprie esigenze, forzando l'originale giudaismo della predicazione di Gesù.  
3) Non ad una sola persona sono attribuibili parole e gesta narrate nei Vangeli, ma a due distinti personaggi: un predicatore/profeta, leader spirituale, ed un leader politico indipendentista rivoluzionario antiromano. Per approfondimenti su tale interpretazione vedi: 

http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/08/errori-incoerenze-e-altri-misteri-che.html


http://zret.blogspot.it/2012/11/uno-o-due-messia-prima-parte.html
http://zret.blogspot.it/2012/12/uno-o-due-messia-seconda-ed-ultima-parte.html


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