Abbiamo iniziato a lavorare sull’editing dei racconti di Creep Advisor e, purtroppo, abbiamo puntualmente riscontrato ciò che la nostra amministratrice Silver ci ha già raccontato in un pezzo comparso nel suo blog poche settimane fa e che qui riportiamo integralmente. Abbiamo proposto delle correzioni a un’autrice, la quale invece di instaurare un dialogo costruttivo con noi ha preferito deriderci. Noi non siamo professori, magari le nostre correzioni e proposte possono essere discusse. Ma se la discussione è preclusa dall’ego, purtroppo il lavoro non si può nemmeno iniziare. Poco importa quale sia il nome dell’autrice, né tantomeno interessa sapere quale sia la sua esperienza nel campo editoriale. Ciò che conta è la chiusura, l’atteggiamento, il modo di fare che spesso ritroviamo in molti autori alle prime armi. Crediamo che quest’articolo sia istruttivo, per cui ve lo riproponiamo integralmente.
Pubblicare: self o con editore, l’importante è l’editing
C’è ancora gente, là fuori, convinta che tutti gli editori leggano i manoscritti arrivati in redazione, li selezionino, li editino, li pubblichino e infine li promuovano anche. Sono spesso le stesse persone che credono che autopubblicarsi, di conseguenza, non significhi “pubblicare un libro”, ma semplicemente “metterlo in vendita” sulle piattaforme di selfpublishing attuali. Credo che questa gente non abbia mai davvero letto libri di esordienti pubblicati con alcune “case editrici” (le virgolette hanno un significato), altrimenti formulerebbe in modo diverso certi concetti. E questo ve lo dice una che compra libri autopubblicati con molta parsimonia e solo se ha letto recensioni positive o se le sono stati consigliati da persone del cui giudizio si fida abbastanza. Mettiamo in chiaro una cosa: non sono per niente contro l’autopubblicazione (e infatti ho recensito diversi libri autopubblicati qui sul blog). Sono contro tutti, e ripeto, TUTTI i libri pubblicati che prima non abbiano affrontato un processo di selezione, editing e correzione bozze come si deve.Ed è per questo che oggi sono qui a scrivere questo articolo.
Sempre pochissimo tempo fa ho scritto una recensione positiva a un libro autopubblicato, ben curato, fatto bene. Ora quale dei due, secondo voi, per me può essere considerato una “pubblicazione” e non un semplice “mettere in vendita”? La risposta la conoscete di sicuro.
Ma non è solo questo. Il problema che sto notando ultimamente è che molti giovani autori e autrici non hanno le basi minime della scrittura creativa, oppure non sono davvero informati sul lavoro che una casa editrice dovrebbe fare sul testo prima di pubblicarlo.
Negli ultimi mesi ho notato che ci sono due tipi di giovani autori: – quelli che pensano che l’editor debba correggere qualsiasi cosa. Loro non hanno le basi, non si interessano nemmeno dei cambiamenti che vuoi fare sul testo, per loro vanno tutti bene. Tu sei l’editor, è il tuo lavoro, sistema questo testo orrendo e rendilo pubblicabile. – quelli che non hanno idea del perché si debba far editare il testo da una persona competente. Quelli che pensano “costa troppo farlo editare, alla fine lo sto rileggendo un paio di volte io stesso, avrò fatto una pulizia del testo accettabile, dai”. NO! Non hai fatto una pulizia del testo accettabile, se poi trovo ancora “affianco”, “ne” al posto di né, e “da” al posto di “dà”! NO! La tua pulizia del testo non basta mai, perché ci vuole qualcuno che ti faccia presente anche cosa va e cosa non va nella trama, nei personaggi, non solo che ti corregga gli errori di grammatica che ti sono… “sfuggiti”? Diciamo sfuggiti. Ripetiamo insieme: l’editing è forse il passaggio più importante che un testo deve affrontare prima di essere pubblicato. La pubblicazione viene solo dopo diversi giri di editing, la promozione solo molto dopo. Non vale promuoversi in ogni dove e poi presentare ai lettori un lavoro scadente! Non è questo che uno scrittore vuole davvero. Non è solo il “vendere”, non è solo il “pubblicare”. Lo scopo di uno scrittore è quello di raggiungere il lettore con le sue parole e con le sue storie. Se le parole sono scritte male, se le storie hanno buchi enormi e incongruenze… come potete definirvi scrittori? Riflettete, ragazzi, riflettete. N. B.: questo articolo è stato editato prima della pubblicazione. Non da me, da un’altra persona che reputo competente.Silver
Chi sonoSono una persona piuttosto socievole. Amo il cambiamento, anche se all'inizio mi fa paura, ma in fondo è la sfida che mi affascina. Mi piace stare in mezzo alla gente, conoscere le loro culture, imparare nuove lingue. Il lavoro che faccio ne è la prova. Un difetto? So di essere una rompiballe, ma le rompo con allegria