«Non si tratta di un rimozione, è stato risolto il rapporto di lavoro che il dottor Boffo, al quale vanno i nostri ringraziamenti, aveva con la società - spiega Traverso - Non ci sono motivazioni particolari, ma il provvedimento si inserisce in un più ampio piano di riassetto generale». Insomma, secondo le parole del presidente del Cda si tratta un cambiamento da leggere alla luce di altri già avvenuti o ancora in corso ai vertici della Conferenza episcopale dopo il cambio di pontificato. Nella sede della Cei, come segretario ad interim, si è da poco insediato il nuovo segretario generale, Nunzio Galantino, scelto da Papa Francesco.
«La decisione - continua Traverso - è stata valutata nei termini della sua fattibilità giuridica: le posizioni di rilievo come quella del direttore prevedono più ampi margini di manovra da parte dell'editore». Alla domanda se si è trattato di una separazione consensuale, il presidente di Rete Blu Spa risponde: «Si è trattato di una decisione comunicata a Boffo, che da oggi non è più direttore».
Per il momento l'incarico viene assunto da monsignor Francesco Ceriotti, novantenne, direttore dell’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali durante le presidenze Cei dei cardinali Antonio Poma, Anastasio Ballestrero e Ugo Poletti, e nei primi anni dell’era di Camillo Ruini. Ceriotti era stato anche presidente di TV2000 e aveva contribuito a fondare l’emittente dei vescovi italiani.
«I giornalisti di TV2000 e di Radio inBlu prendono atto con sorpresa della comunicazione con cui il CdA di Rete Blu spa ha informato il comitato di redazione della risoluzione del rapporto di lavoro con il Direttore di Rete Dino Boffo», scrive in una nota il Comitato di redazione di Tv2000 e Radio inBlu.
«Nel ringraziare lo storico Direttore uscente per il lavoro, l'impegno profuso in tutti questi anni e i risultati raggiunti - si legge nel comunicato -, i giornalisti di TV2000 e di Radio inBlu sono certi che l'editore saprà individuare una soluzione idonea a tutelare l'intera realtà produttiva e lavorativa e a valorizzare la missione di un progetto editoriale unico nel panorama italiano».
Dino Boffo, 61 anni, era stato nominato direttore della Tv nell'ottobre 2010, tredici mesi dopo le dimissioni da direttore di «Avvenire». Boffo aveva lasciato gli incarichi che ricopriva dopo la pubblicazione sul quotidiano «Il Giornale» della notizia relativa a un decreto penale del tribunale di Terni, che condannava il direttore di «Avvenire» per molestie telefoniche, e di un’informativa che collegava le molestie a presunte vicende omosessuali. Nelle carte del processo non risultava però esserci conferma di queste vicende.