Questo film mi attirava grazie al contesto di ambientazione e all'attore principale, il vero protagonista sostanzialmente, nonno Kuzja, interprettato da un altrettanto tosto John Malkovich.
Sia il contesto che l'attore hanno fatto la loro parte, ma il film si rivela interessante e ben fatto per anche altri eccellenti motivi.
La storia è ambientata- grazie a numerosi salti temporali e flashback fra l'epoca prima, durante e dopo il Muro di Berlino - in diversi periodi nella storia dell'URSS, poi Federazione Russa e relativi ex staterelli satelliti e parla delle vicende di due importanti rappresentanti del clan-famiglia dei Siberiani. L'intreccio si svolge in uno di questi staterelli satelliti per l'appunto, la Moldova, un' area arretrata e selvaggia dell'Unione Sovietica, che continua a rispettare le sue trazioni violente e arcaiche, in aperto sfregio dei confronti delle istituzioni vecchie e nuove.
I Siberiani, il cui capostipite è per l'appunto nonno Kujza, non sono dei semplici briganti.
Uccidono, ma solo chi merita quando ha compiuto ladrocinio, spaccio, tradimento o assassinio di innocenti; rubano, ma solo i soldi di chi ha a sua volta rubato secondo loro; disprezzano il denaro, rifiutano di accumularlo in casa o in banca e se lo usano è per il sostentamento minimo.
Sono fieri, autoritari e rispettati e in perenna lotta contro lo Stato, capitalista o comunista che sia e contro i clan rivali, specie quelli che ricorrono a mezzi immorali per procacciare soldi e potere.
Oltre alla vita e agli insegnamenti del nonno, il film si dedica all'infanzia e, in seguito fanciullezza e maturità degli amici Gagarin, irruento e spregiudicato e Kolima, più pacato (ma aggressivo alla bisogna!) e scrupoloso. I due amici avranno destini e storie diverse per colpa di una serie di trascorsi, si separeranno, litigheranno e si ricongiungeranno alla fine del film.
Grande pregio della pellicola è la completa immersione nella realtà rurale di un ex stato sovietico. La Moldavia è una terra di frontiera, spietata, in continuo fermento, si trova a subire le pressioni da parte della storia, dal mondo al di fuori di essa, viene attraversata dal comunismo e poi dal capitalismo, subendo il peggio di entrambi.
I siberiani si pongono come unico baluardo nei confronti del progresso, progresso che vedono inevitabilmente come negativo, dato che quello che arriva della moderrnità in Moldova è in genere il peggio.
Klolima e Kujza si oppongono a tutto questo, mentre Gagarin assorbe come una spugna il peggio di entrambi i mondi, la furia cieca del comunismo e l'avidità senza valori del capitalismo.
Eppure l'amicizia di Kolima e Gagarin regge, sono due nemici che si rispettano, perfino Gagarin, che non crede in niente e passa sopra a tutto, riesce a vedere ancora Kolima come l'unico amico che abbia mai avuto.
Il tutto viene portato avanti da sequenze che mostrano cosa succede prima e dopo il crollo del muro di Berlino, mostrano Kolima e Gagarin e i loro amici quando erano piccoli e li mostra da adulti, il tutto accompagnato da una colonna sonora potente che accompagna le vicende dall'inizio alla fine, spaziando dalle ballate a suon di violino allegro, ma con un pizzico di malinconia, al rock pesante che non guarda in faccia a nessuno.
Qualche pezzo manca rispetto al libro, che non ho letto, spiccano alcuni ambiti che nel testo originale erano stati chiaramente approfonditi ma la loro mancanza non fa emergere un film deturpato, che invece procede in maniera liscia e intrigante dall'inizio alla fine.
Oltretutto un'ultima nota di merito è legata al fatto che il film, pur narrando di un ambiente assai spietato e in un periodo dove lo splatter va da paura, è relativamente poco violento.
Non che io sia particolarmente pauroso in questi casi, ma ho apprezzato questa sobrietà abbastanza in controtendenza.
Voto 9/10