L'effetto-Baricco: Mr Gwyn.

Creato il 20 novembre 2011 da Tazzina @tazzinadi


L'effetto-Baricco è un po' come l'effetto-wow.
(Vi avevo raccontato del mio personale effetto-wow-Baricco qualche tempo fa qui :).
Per me, che sono cresciuta proprio a suon - perché è un suono, lui, oltre che uno scrittore etc. etc. Il "suono-Baricco" - di Baricco, la cosa è iniziata proprio molto presto. Insieme ai mattoni-libri-di-scuola, Verga ad esempio, parallelamente, c'erano Oceano Mare, Castelli di Rabbia, poi Novecento, Seta, City e tutto un mondo che si componeva intorno a quel peculiare modo di usare le parole, la mente, le immagini, la musica, la faccia, persino i capelli.
Poi, a un certo punto, c'è stata un'interruzione. Durata anni, in realtà. Più la scuola Holden - quando è nata correva l'anno 1994 - diventava grande e potente, più io, come lettrice, diventata universitaria e poi boh, mi sentivo piccola, quasi come se lo scrittore fosse finito per diventare la scuola e basta (ciò mi fa pensare alla lobby degli alberghi, che c'è in questo suo ultimo romanzo, o all'epilogo di uno degli ultimi libri che ho letto: L'inconfondibile tristezza della torta al limone di Aimee Bender -----> non vi dico di più per non spoilerare!). E insomma mi sentivo sempre più distante da quella voce, da quel sound che tanto mi aveva colpita, e che alla fine aveva tutta l'aria di uno strano silenzio.
Però, come scrive lui stesso in questo suo adamantino Mr Gwyn, editore Feltrinelli:
"Di cosa siamo capaci, pensò. Crescere, amare, fare figli, invecchiare - e tutto questo mentre anche siamo altrove, nel tempo lungo di una risposta non arrivata, o di un gesto non finito. Quanti sentieri, e a che passo differente li risaliamo, in quello che sembra un unico viaggio".
Eh sì infatti è così: è successo di tutto nella mia (nella vostra, nella di tutti) vita, ma quelle sensazioni di lettura quasi infantile (perché a quattordici anni cosa sei?) sono ancora lì. Più vive che mai. E sono rivolate ancora fuori, all'apertura della prima pagina del romanzo, come farfalle imprigionate per troppo tempo. Non è un caso forse che l'epigramma di Mr Gwyn, a pagina 7, sia un verso di Paul Valéry che dice: Tout commence par une interruption?
Quindi ecco che tutto ricomincia per me da quella interruzione: riecco il "mio" Baricco (perché anche io, come tutti i lettori del mondo, ho la fortuna di rendermi conto che i libri che leggo si rivolgono a me, proprio a me, e leggono tra le righe della mia mente, mentre io leggo loro, per restituirmi qualcosa che avevo perso e "riportarmi a casa" cit. ma non vi dico di cosa!) con questo nuovo personaggio (ma il nome lo conoscevamo già) di Mr Gwyn. In una Londra odierna ma fantasmagorica, Jasper Gwyn è un celebre ed acclamato scrittore che di colpo - ma poi capiamo anche il perché - decide di smettere con tutto quel mondo ("sforzarsi di essere cordiale con i colleghi che in realtà lo disprezzavano": ma basta! - le prime tre pagine sono suggestive - con una lettera spedita al Guardian e di cambiare mestiere una volta per tutte).
E così decide di mettersi a fare il copista. Cos'è il copista? Il copista è uno che copia qualcosa. Ovvero il ritrattista. Nella fattispecie lui, non sapendo dipingere né disegnare, pensa bene di farlo con le parole. Ritratti di parole.
Ora: poiché, come si diceva sopra, questo libro si rivolge a me, e proprio a me ;), ecco che mi è tornato alla memoria un mio piccolo progetto di qualche anno fa.
Dunque: sì, lavoravo proprio come copista - per dirla con un linguaggio più contemporaneo: "addetta al data entry" - inserimento dati - in una grande casa editrice. Lavoravo volentieri lo giuro e sì, se ve lo state chiedendo: ero precaria e sì, se ve lo state domandando: il contratto a progetto, rinnovato molte troppe volte, un brutto giorno, è scaduto e, pur avendo implorato di restare, non sono più tornata lì a inserire quei dati anagrafici delle professoresse - era una casa editrice di scolastica.
Il lavoro, a dirla tutta un po' alienante, mi aveva però dato lo spunto per quell'idea di cui vi parlavo. E l'idea era pressapoco la stessa che viene a un certo punto al nostro Mr Gwyn: quella di ritrarre le persone con le parole. Non dipinti, non fotografie, non descrizioni: solo parole per raccontare le persone. Tutto questo si chiamava data entry, era un blog, era durato solo alcuni mesi, e, se avete tempo, lo trovate ancora qui.
Mr Gywn però si spinge oltre - è pura arte contemporanea un po' à la Vanessa Beecroft - e il suo, di progetto, profondo, folle e ambizioso, è quello di mettere i suoi soggetti completamente nudi (sul serio, naked) e farli poi vivere sulla carta attraverso frammenti di storie: ma di nuovo non vi dico altro perché ci tengo proprio che lo leggiate voi.
E poi ci sono delle lampadine (una delle mie passioni, insieme alle tazzine: cioè io adoro proprio cambiare le lampadine, come i carabinieri: mi sento importante), c'è una ragazza grassa ma bella, Rebecca, che per prima si presta ai ritratti e a togliersi i vestiti, c'è lo strepitoso Tom che è l'amicone che tutti vorrebbero avere, c'è una signora-fantasma con un foulard impermeabile, ci sono ancora delle lampadine delicate e preziose come piccoli animali (ne vorrei una qui con me: amo le lampadine, le considero gioielli, le considero luce) e ci sono tanti riferimenti a cose persone fatti città e nomi (non) realmente accaduti: non so perché - Paranoia? Pedanteria? - alcuni personaggi, da torinese, mi è sembrato quasi di conoscerli o per lo meno di averli già visti da qualche parte...
Altri per niente, altri ancora non ci sono più. Ma c'è lo scrivano Bartleby: Melville è una nota passione di Baricco, fin dalla copertina a impronta digitale, e c'è quel suddetto effetto-wow-meraviglia che mi ricorda quel pezzetto di cielo che ogni tanto guardavo, sollevando gli occhi dai libri, nella casa di campagna dei miei nonni, in certe estati solitarie dei nineties che non finivano mai, e aspettavo qualcosa, un po' di vento, un po' di felicità, e che si rinnova allora dopo diciassette anni - che in tutto questo tempo non c'è stato solo Silvio ma anche qualcos'altro, qualcosa che, per quanto mi riguarda, è destinato, alla luce di Mr Gwyn, a non finire più.
"Jasper Gwyn diceva che tutti siamo qualche pagina di un libro, ma di un libro che nessuno ha mai scritto e che invano cerchiamo negli scaffali della nostra mente".
Buona domenica :)
c\_/

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