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L'effetto Saviano - La potenza mediatica di "Vieni via con me"

Da Primehermes

"Vieni via con me" sarà ricordato nella storia della televisione come un esempio qualitativo possibile, ma più di tutti verrà ricordato Roberto Saviano.
Roberto aveva già dimostrato di essere un ottimo scrittore e un giornalista coraggioso, ma oggi riconosciamo in lui un talento innato: è un eccellente narratore televisivo.

Milioni di persone sono rimasti incollati al televisore, senza mostrare segni di cedimento, nonostante i suoi lunghi monologhi. Questo vuol dire solo tre cose:
1) Saviano sa come catturare il pubblico;
2) quello che dice è credibile;
3) non è vero che gli italiani preferiscono una Tv fatta solo di intrattenimento leggero.

Lo dimostrano gli ascolti. È l'effetto Saviano.
Saviano sa come catturare il pubblico: "Vieni via con me" è stata una delle trasmissioni di maggior successo della Rai. Ma qual è il segreto? Sta forse negli elenchi? Non direi proprio, quella è una bella idea, un modo diverso di fare televisione, ma non ha nulla a che vedere con il racconto di "Vieni via con me". Forse è allora per gli ospiti come Benigni? Sì, ma in parte; nella seconda puntata sono stati invitati nomi meno d'appeal come Paolo Rossi, Beppino Englaro e la moglie di Piergiorgio Welby, ma gli ascolti non sono certo diminuiti.
Il segreto è nella narrazione dei monologhi di Saviano. Roberto non guarda mai la telecamera, è fuori da ogni canone televisivo, piuttosto è il regista a dover cercare il suo sguardo. In questo modo risulta vero.
Saviano racconta con le giuste pause e la giusta enfasi. In ogni storia parte da lontano, va dalle origini ai giorni nostri. Prendiamo la scorsa puntata: per parlare della 'Ndrangheta a Milano è partito dai tre cavalieri fondatori delle Mafie (Osso, Mastrosso e Carcagnosso), così come per il tema dell'eutanasia ha ripercorso tutta la storia d'amore tra Piergiorgio e Mina Welby. Ogni tema è una storia e le storie si sa che piacciono al pubblico.
Quello che dice è credibile: Saviano ha acquistato credibilità rinunciando a quello che ognuno di noi ha più caro, la sicurezza personale. Si è messo completamente in gioco "urlando" quello che pochi altri hanno avuto il coraggio di dire. Lui è un martire annunciato e la gente si fida. Non a caso anche Maroni, non potendo nulla contro la credibilità di Saviano, invece di fargli guerra gli ha suggerito di deporre le armi e di combattere la criminalità organizzata insieme.

Non è vero che gli italiani preferiscono una Tv fatta solo di intrattenimento leggero: una sola considerazione, il Grande Fratello sta perdendo le battaglie dello share. Forse allora non è vero che il Grande Fratello era quello che gli italiani volevano e si meritavano. Magari non era mai stata proposta un'alternativa valida... La vera sorpresa sta nel fatto che la soluzione sia stata una trasmissione culturale e politica, segno che gli italiani non sono così addormentati come il palinsesto televisivo ci vuole dimostrare.

Un appunto personale: sono rimasto un po' deluso del modo in cui è stato presentato il tema dell'eutanasia. Essendo, o volendo essere, "Vieni via con me" una trasmissione culturale, perché a parlarne è stato un esperto delle associazioni a delinquere e non un competente in bioetica? Quella di Saviano mi è sembrata più un'opinione, ma il pubblico non ha bisogno di opinioni, ha bisogno piuttosto di fatti, concetti e spiegazioni.

Mislo 


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