L'effetto Second Screen influenza il pubblico tv (Ricerca Videoevoluzione)

Creato il 14 giugno 2013 da Digitalsat

La televisione sta cambiando, e con lei cambiano le percezioni di quelli che sono i veri programmi di successo. Ad arrivare a questa conclusione, in prossimità della chiusura dei palinsesti invernali, è l'Osservatorio sulla videoevoluzione di Prodotto srl. attraverso 12 focus group sparsi sul territorio nazionale e tramite un campione di uomini e donne di età compresa tra i 25 e i 65 anni.

Obiettivo del sondaggio di Prodotto è stato individuare quali sono stati i programmi tv, nella sezione prime time, che hanno riscosso maggior successo secondo la percezione dei telespettatori, senza l'ausilio - spesso poco condiviso dal pubblico - di un confronto concreto con i dati ufficiali di audience. Dall'analisi emerge chiaramente come esistano situazioni di ascolto ‘borderline', ovvero come le risposte dirette di un ampio campione di pubblico non coincidano affatto con i dati di ascolto rilevati dall'Auditel.

In base alle risposte del campione intervistato emerge un confronto diretto - e spesso molto discordante - tra gradimento effettivo e audience dei programmi proposti in prima serata dalle reti ammiraglie.

L'Osservatorio ha stilato la classifica dei programmi considerati dal pubblico i veri flop e top della stagione invernale.

I flop, secondo il campione intervistato, sono stati:

  1. Zelig (Canale 5)
  2. Paperissima (Canale 5)
  3. La terra dei Cuochi (Rai 1)

I successi invece:

  1. X Factor (Sky Uno)
  2. The Voice (Rai 2)
  3. Amici (Canale 5)

Quali sarebbero quindi i fattori in grado di influenzare realmente il gradimento del pubblico? Secondo gli intervistati, la formula del talent musicale convince per originalità (33%). Per il 27% degli intervistati, invece, vince l'immedesimazione, per cui i giovani volti sono percepiti con maggiore appeal rispetto ai conduttori televisivi più inflazionati.

"I programmi non sono più come una volta e va sottolineato che non è più il conduttore a fare la differenza - spiega Riccardo Pasini, CEO di Prodotto - Prendiamo ad esempio il caso della prima serata di Raidue: pur non avendo anchor-man (o woman) di grido, il talent musicale ‘The voice', complice anche la presenza della tuttora amatissima Raffaella Carrà, è stato considerato uno dei programmi meglio riusciti della stagione. Lo dimostra anche il fatto che la seconda edizione è già prevista nel palinsesto autunnale. Fino solo all'anno scorso, un 14% di share non era considerato certo un successo per una prima serata. Ricordiamo il caso di Stranamore: quando gli ascolti passarono dal *% al *% fu spostata da Canale 5 a Rete 4".
 
Una spiegazione ancor più attendibile è data da un fenomeno al quale stiamo assistendo da pochi anni, ma in costante crescita, quello del frazionamento degli ascolti - specifica Riccardo Pasini. Tradotto: se prima i canali attorno al quale il pubblico si raccoglieva erano 10, ora sono 1000, ma il bacino d'utenza è rimasto pressoché invariato. A una più ampia offerta corrisponde necessariamente maggiore disgregazione della scelta e, quindi, degli ascolti.

Alcuni dei programmi ultimamente in onda sono un esempio molto calzante di questa evoluzione: il ‘misero' 12% di ‘The Voice', il talent musicale internazionale, adattato per la Rai da Toro Produzioni, ha ottenuto un forte riconoscimento da parte del pubblico (38% del focus group), mentre il 15% di un brand storico come Zelig, invece, è stato visto come un flop, secondo il 41% degli intervistati. Anche Paperissima ha deluso le aspettative, per cui si ipotizza addirittura la sospensione dopo 23 anni di storia (un flop, secondo il 27% del pubblico preso in esame). In merito a X Factor, giunto alla sua xx edizione (proprio in questi giorni sono partite le nuove audizioni per la prossima stagione), il 31% del panel ritiene che il successo sia dovuto alla forza intrinseca dei talent. Per quanto riguarda Amici (che ha chiuso con una media del 24%), il pubblico ha promosso a pieni voti Maria De Filippi, nonostante il calo evidente degli ascolti, con un 33% di preferenze.

Molto nette le indicazioni degli intervistati riguardo a format già visti e ormai ‘stantii': il 17% si dichiara decisamente poco incline alla visione.
 
"Si può dire che siamo di fronte a una nuova situazione che porta ad ascolti sempre più verticali Vince la qualità del programma, l'idea e l'emozionalità che il programma riesce a trasmettere. I dati di ascolto ufficiali condizionano sempre di meno il pubblico",conclude Pasini.


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