Pare che questo grande, importante e fiero paese continui ad esigere sacrifici e sangue per potersi trasformare in qualcosa di diverso da ciò che il popolo non vuole più (oppressione, menzogna e corruzione). Non so più se si parli di primavera araba o di inverno, le opinioni nel giornalismo sono tante – a mio parere si tratta di una primavera dura e sofferta che in questi due anni ha visto appena solo il suo inizio. I boccioli dei fiori si stanno dolorosamente formando, ma sono sotto la neve.
L’attivista Qorany, noto anche come Kristy, è stato ucciso durante gli scontri recenti nelle vicinanze del palazzo presidenziale nel quartiere Heliopolis del Cairo. Il capo della Associazione Medici Tahrir, Mohamed Fetouh, afferma che il compagno attivista Kristy sia stato oggetto di “omicidio premeditato”. Secondo Fetouh, Kristy era tra gli attivisti più influenti. Ha svolto un ruolo importante per la scoperta l’ipocrisia del gruppo islamista e del Presidente Morsi che ad esso appartiene. “Non solo è stato un attivista sul social network, ma anche uno dei più impegnati e impulsivi attivisti sul campo. Ciò avrebbe potuto rendere compito facile rintracciarlo tra i numerosi recenti attivi gruppi rivoluzionari da parte degli istituti di vigilanza e della Fratellanza” ha detto Fetouh. Fetouh parla anche di una “linea temporale degli eventi, ripetute uccisioni di attivisti e somiglianza della tattica”.
Diversi giovani attivisti sono stati uccisi di recente, suscitando dubbi sul fatto che le uccisioni siano una coincidenza.
Lunedì era morto Mohamed Mohamed El-Gendy, 28 anni, dopo essere stato torturato e massacrato in custodia della polizia dopo il suo arresto in una manifestazione di protesta in Piazza Tahrir il 27 gennaio. Un altro membro del movimento, Amr Saad, è morto domenica dopo essere stato ferito durante gli scontri di venerdì davanti al palazzo presidenziale di Heliopolis, Cairo. Nel mese di dicembre 2012, il fotoreporter Al-Hosseini Abu Deif, 33 anni, è stato ucciso durante gli scontri tra sostenitori e oppositori del Presidente Mohamed Morsi dopo essere stato colpito da proiettili veri, sparati da ignoti. Secondo gli attivisti, Abu Deif, che è stato anche un membro del movimento di sinistra Kefaya, è stato “preso di mira e assassinato” dai Fratelli Musulmani per il fatto di documentare le violazioni del gruppo e gli assalti di manifestanti (riassunto da “Al Ahram Online”).
Si legge in internet inoltre (“Osservatirio Iraq”) che dall’inizio della Rivoluzione Egiziana 2 anni fa ad oggi, con un recente incremento, venga applicata la strategia terroristica di sequestrare cittadini, attivisti, giovani e bambini dalla piazza e farli scomparire nel nulla per seminare il panico tra la popolazione in subbuglio. La notizia mi ha colpito per la sua scarsa visibilità e per il suo contenuto raggelante, la potete trovare qui: i desaparecidos del Cairo.
Nei centri nevralgici del paese e della capitale gli egiziani continuano a sacrificare le proprie vite o a metterle a repentaglio per ottenere un cambiamento e per onorare coloro che per la rivoluzione sono morti prima di loro.
Dall’altra parte del tavolo, invece, un politico folle (Mahmoud Shaaban) afferma che sia legittimo uccidere i leader dell’opposizione (sarà parente dell’assassino di Chokri Belaid in Tunisia?) e qualcun altro, salafita (Abu Islam), che non sia illecito violentare le donne che manifestano in Tahrir Square, perché ci vanno per questo.