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L'emozione della Poesia: Pettinavo Bambole di Annalisa Salvador

Creato il 13 gennaio 2015 da Lucia Savoia
Una sola, seppur accurata lettura, non basta a comprendere la bellezza, la profondità dei componimenti di Annalisa Salvador

annalisa salvador

La copertina del libro

E a chi, puntualmente, afferma che la Poesia oggi sia morta, consiglio caldamente la lettura di Pettinavo Bambole”, un piccolo grande gioiello lirico.
Il maggior pregio di questa poetessa è la grande carica emotiva che trasporta nei suoi lavori, una qualità innata e mai voluta, cercata, costruita. Non cede al patetico cercando il pathos, è esente da quegli obsoleti giochi di stile che appesantiscono la poesia e la rendono materia per pochi eletti. Semplicità, quotidiano ed interiorità sono gli elementi cardine intorno a cui si sviluppa quest’intenso viaggio in un mondo fatto di sensazioni visive, olfattive, tattili che la Salvador sa rendere con sapiente maestria. Parlando spesso in prima persona, l’autrice si immedesima nei protagonisti delle sue liriche, li rende a lei più vicini e contemporaneamente a noi prossimi, cucendo quella sottile maglia di affetti e rimandi che solo i veri poeti sanno tessere insieme ai lettori.

Quello di “Pettinavo Bambole” può essere inteso come un viaggio al femminile, in un’universo tante volte esplorato e studiato ma troppo spesso superficialmente spiegato. 

L’autrice ci parla di bambine che “sognavano all’ombra di un vecchio noce” e che ora, adulte, ricordano i dolci “occhi dell’infanzia”. Di madri “dagli occhi imbevuti di niente” ma anche “fari” per i propri figli che potranno sempre fidarsi di loro. 

Salvador

Annalisa Salvador

Ci parla di signore che tutto ad un tratto vengono chiamate tali “in segno di rispetto”, ma che nonostante “lo specchio impudente”si vedono ancora giovani e belle perché, impagabilmente, “si portano bene la vita”. Donne dai “capelli color della neve” che, però, si rivedono fanciulle. Perché la vita è questo in fondo, è un ciclo di ricordi e avvenimenti che nessuna ruga, nessun difetto potranno cancellare.
E significativa a riguardo è la scelta operata da Annalisa Salvador di aprire il suo testo con quella citazione di Anna Magnani che, meglio di tutte, illustra il bello e la tenacia dello Spirito Donna: “L’importante è non avere le grinze al cervello. Quelle in faccia prima o poi ti aspettano al varco”.

L’universo femminile esplorato dalla poetessa è variegato ma unico nelle sue diverse sfaccettature, è figlio e sintesi di quella “carezza di tutta una vita” contenuta nelle “borse delle donne” accanto a “un appunto sbiadito, ad una lacrima dispersa ed un’attesa mai finita”

logo edizioni agemina

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Quale ragazza, signorina o signora avrà il coraggio di affermare di non sentirsi rappresentata da queste parole? Io, azzardando una previsione, dico nessuna. Talmente vera e talmente forte è la potenza di questi versi che nessuna potrà fare a meno di rivedervi il proprio “specchio impudente”.
Ma “Pettinavo Bambole”è anche altro, è uno scrigno di segreti piccolissimi e ricchissimi che più si scoprono più si vorrebbero moltiplicare.
La curiosità e l’ammirazione cresce per la moltitudine di temi che quest’autrice riesce a toccare, “affondando la penna” su carta che acquista un nuovo e più grande valore.
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E così ci troviamo a leggere di bambini soldato e di guerre che “strappano le ali ai loro angeli”, di pace, una parola che “sono riusciti a strozzare, impiccare, seppellire”.
Leggiamo di padri che “bestemmieranno in eterno” un Dio silenzioso, sordo alle urla di un vecchio stanco che ha perso un figlio.
Grida di dolore che oltrepassano la pagina, prendono corpo dalle parole ed entrano in noi come un pugno nello stomaco.
bambole

Leggiamo e viviamo attraverso questi versi, siamo spettatori e attori di quello spettacolo umano e vero che solo la poesia può creare perché, solo questa, è l’anima della letteratura che equivale alla vita.



Alla fine del nostro viaggio giungiamo poi a Concordia Sagittaria, pittoresco paese in provincia di Venezia che altro non è che la casa di Annalisa Salvador. E qui ci salutiamo, scoprendo una terra, un dialetto e uno spirito che sembravano star lì da sempre per essere conosciuti e a cui, giustamente, la nostra autrice ha voluto dedicare dei versi.Articolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.

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