Giovanni Arata ci parla del suo mentore, la Maga Magò, ossia la sua insegnate di filosofia alle superiori. Gli ha insegnato tante cose, ma soprattutto avere passione per le cose che si fa e in cui si crede. Fino al 30 settembre è possibile donare due euro inviando un sms al numero 45507 o cinque euro dal telefono fisso a sostegno di “Cambia la vita di un bambino” iniziativa di Mentoring Usa Italia Onlus
Io l’ho conosciuta ormai tanto tempo fa, nel 1991. Ero alle scuole superiori- precisamente in terza- e non avevo mai sentito nessuno parlare di filosofia. Pensavo, appunto, che fosse soltanto una cosa polverosa per gente svitata. E invece fin dal primo giorno che vidi in classe la prof, col suo accento strano e quell’energia pazzesca nello spiegare, mi resi conto che dentro alle teorie filosofiche ci poteva essere qualcosa in più delle semplici chiacchiere.
Non era soltanto questione di competenza, “la Aresu”, come la chiamavamo, sapeva creare istantaneamente ponti invisibili tra cose che a noi sembravano lontanissime- ma anche e soprattutto di passione. Ci metteva una tale passione, mentre spiegava Platone o la teoria dei Numeri, che anche i più distratti tra noi in pochi istanti finivano rapiti e, senza neanche accorgersene, si ritrovavano a viaggiare tra gli Iperuranii e le sfere perfette.
E forse è per quest’ultimo aspetto che la tengo per mia mentore. Perché io dalla Professoressa Aresu ho imparato un sacco di cose, e magari anche nel mio percorso lavorativo c’è involontario il suo “zampino”. Ma la cosa su cui mi ha segnato di più è proprio la passione. Guardando lei, guardando il suo esempio, ho imparato quanto sia importante dare tutti se stessi per le cose che si fanno, per le cose in cui si crede, mettendoci energia quando va dritta e quando va storta. Che alla fine è poi questo che dà sale alla vita.