Le Canarie formano l’arcipelago di sette isole situato nell’Oceano Atlantico al largo dell’Africa nord-occidentale. Esse fanno parte, a loro volta, della cosiddetta Macaronesia, ovvero un nome collettivo moderno utilizzato per indicare diversi arcipelaghi dell’oceano Atlantico settentrionale situati al largo delle coste africane. Il nome Macaronesia deriva dal greco μακάρων νῆσοι (makarōn nêsoi) e significa Isole dei Beati, espressione utilizzata dagli antichi geografi greci per riferirsi ad alcune isole che si trovavano al di là dello Stretto di Gibilterra. In tali isole, dette anche Isole Fortunate, si riteneva che gli eroi e i mortali di natura straordinaria venissero accolti dagli dei. Le Canarie, e le altre isole della Macaronesia, a causa della loro posizione geografica e delle leggende che le circondano, sono considerate da alcuni ciò che resta dell’antico e perduto continente di Atlantide, che secondo Platone si trovava al di là delle Colonne d’Ercole (Stretto di Gibilterra) e che sprofondò sul fondo dell’oceano nel giro di una notte. Da quanto si è a conoscenza, quello dei Guanci è stato il primo popolo a stabilirsi sulle Isole Canarie. Di origine incerta, la cultura dei Guanci è andata perduta, lasciandosi dietro numerose testimonianze interessanti. In realtà, i Guenci rappresentano un serio mistero per l’antropologia e la storia. I ricercatori pensano che i primi coloni siano giunti intorno nelle Canarie intorno al 3 mila a.C., provenienti dall’Africa. Il problema, però, sono i tratti somatici dei Guanci che, come testimoniano diverse mummie trovate in alcune grotte dell’arcipelago, erano di carnagione chiara, alta statura e dai capelli rossastri, caratteristiche delle latitudini nordiche, più che africane. Il secondo mistero riguarda un rapporto di Plinio il Vecchio, il quale riferisce che, secondo Giuba, re di Mauretania, i Cartaginesi avrebbero visitato l’arcipelago intorno al 50 a.C. sotto la direzione di Annone e lo avrebbero trovato privo di abitanti, ma vi avrebbero anche scorto i resti di edifici imponenti. Se ne potrebbe dedurre che i Guanci non siano stati i suoi primi abitanti, o che i Cartaginesi non avessero esplorato a fondo le isole. Al momento della conquista spagnola, i Guenci erano fermi all’età della pietra. Giovanni Boccaccio, nel suo De Canaria et insulis reliquis ultra hispaniam noviter repertis, descrive i Guenci come una popolazione pacifica. Vivevano nudi, conoscevano l’allevamento (capre pecore e cinghiali) e l’agricoltura, coltivando frutta (soprattutto fichi), ortaggi e legumi, frumento, orzo e biade da cui ricavavano farina che però consumavano sciolta nell’acqua, non conoscendo il pane. Vivevano in case costruite di pietre squadrate e legno e imbiancate all’interno. Non si conosce molto sulle religioni dei Guanci. Essi professavano una credenza generalizzata in un essere supremo, denominato Achamán a Tenerife, Acoran a Gran Canaria, Eraoranhan a Hierro e Abora a La Palma. Le donne di Hierro adoravano una dea di nome Moneiba. Tradizionalmente, gli dei e le dee vivevano sulle cime delle montagne da cui discendevano per ascoltare le preghiere dei fedeli. A seguito della conquista spagnola, ben poco resta dei Guanci, anche se il nazionalismo canario tenta con tutte le forze di farne rivivere la memoria. Perfino lo studio delle loro mummie e dei loro resti archeologici è avanzato poco al confronto dello studio di altri popoli assai più remoti.Dunque, chi sono i Guanci?I Guanci, che sono scomparsi in quanto popolo, appaiono dall’esame delle loro ossa molto simili all’uomo di Cro-Magnon; erano una popolazione europoide descritta dai primi europei entrati in contatto con loro di aspetto nordico (carnagione chiara e capelli biondi). Secondo alcuni studiosi, è probabile che costituissero un ramo dei cro-magnon che, agli inizi della storia, popolarono il nord del continente africano dall’Egitto fino all’Oceano Atlantico. Gli Atlantologi ritengono che i componenti di queste migrazioni fossero i superstiti di Atlantide, continente andato distrutto in un cataclisma avvenuto presumibilmente intorno ai 13 mila anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione, e che sarebbe alla base dei racconti di diluvio che si tramandano in quasi tutte le culture del pianeta. Gli studi sembrano confermare un evento geologico anomalo avvenuto 15 mila anni fa, il quale ha dato origine al curioso fenomeno climatico del Dryas Recente. Tuttavia, è questione dibattuta se l’evento all’origine della “catastrofe” sia interna al pianeta Terra e alle sue dinamiche, oppure se sia trattato dell’impatto extraterrestre con una cometa o un asteroide. La maggior parte dei componenti delle popolazioni indigene asiatiche, africane e americane hanno capelli neri. La caratteristica colorazione rossa dei capelli è un tratto genetico che si mostra con più frequenza nelle popolazioni dell’Europa nord-occidentale. L’Irlanda è certamente la regione dove il tratto della capigliatura rossa si presenta più frequentemente. Le poche notizie che si hanno dell’Irlanda precristiana giungono da scritti romani, dalla poesia e mitologia irlandesi e dai ritrovamenti archeologici. I primi abitanti dell’isola, popolazioni del mesolitico, vi arrivarono intorno all’8 mila a.C. quando, in seguito al ritiro dei ghiacci, l’ambiente divenne più ospitale. Intorno all’8° secolo a.C., i Celti migrarono verso l’Europa occidentale fino ad arrivare in Irlanda, scoprendo di non essere i primi ad abitare l’Isola di Smeraldo. Secondo i racconti mitologici contenuti nel Lebor Gabála Érenn (in lingua irlandese Il libro della presa dell’Irlanda e in inglese Il libro delle Invasioni o Il libro delle conquiste), i Celti furono preceduti dai Milesi, considerati dagli Irlandesi come i loro veri antenati. I Milesi, a loro volta, discendevano dai Tuatha de Danaan, un popolo particolarmente avanzato dai capelli rossastri. I Tuatha de Danaan appaiono ora come demoni che aiutano gli uomini con mezzi soprannaturali, ora come uomini, dotati tuttavia di facoltà straordinarie. L’interpretazione moderna vede nei Tuatha de Danaan un processo di umanizzazione, avvenuta in epoca cristiana, di antiche divinità celtiche. I Tuatha de Danaan furono preceduti dai Fomori, un gruppo di divinità ancora più antico, rappresentate dagli antichi annalisti a volte come vere e proprie divinità di una popolazione aborigena, a volte come gli stessi primitivi abitatori dell’isola. I Fomori, infine, sarebbero i discendenti delle prime persone giunte in Irlanda guidate da Cessair, figlia di Bith, figlio di Noè. A Cessair viene ordinato di dirigersi verso l’estremo occidentale del mondo per sfuggire all’imminente diluvio. Partirono tre navi, ma quando giunsero in Irlanda, due delle navi andarono disperse. Gli unici sopravvissuti furono Cessair, più quarantanove tra donne e uomini. Dunque, da dove provenisse Cessair non è svelato dal Lebor Gabála Érenn. È possibile che questi racconti mitologici facciano riferimento ad un avvenimento storico avvenuto circa 13 mila anni fa? È possibile che questi uomini siano i sopravvissuti alla distruzione di Atlantide? Se così fosse, possiamo immaginare che gli antichi coloni d’Irlanda portassero nel proprio patrimonio genetico in tratto della capigliatura rossa, trasferendola alle generazioni successive, fino alla fusione con i Celti, gli ultimi arrivati in Irlanda. Potrebbe essere accaduta la stessa cosa con gli abitanti delle Isole Canarie? Alcuni sopravvissuti potrebbero essere giunti anche sulle isole della Macaronesia, trasferendo il tratto genetico dei capelli rossi? Un aspetto particolarmente strabiliante è che nelle mitologie delle popolazioni sudamericane si tramanda dei Figli di Viracocha, i discendenti coi capelli rossi della divinità fondatrice delle culture precolombiane. Ma questa è una storia che racconteremo prossimamente…Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it
Le Canarie formano l’arcipelago di sette isole situato nell’Oceano Atlantico al largo dell’Africa nord-occidentale. Esse fanno parte, a loro volta, della cosiddetta Macaronesia, ovvero un nome collettivo moderno utilizzato per indicare diversi arcipelaghi dell’oceano Atlantico settentrionale situati al largo delle coste africane. Il nome Macaronesia deriva dal greco μακάρων νῆσοι (makarōn nêsoi) e significa Isole dei Beati, espressione utilizzata dagli antichi geografi greci per riferirsi ad alcune isole che si trovavano al di là dello Stretto di Gibilterra. In tali isole, dette anche Isole Fortunate, si riteneva che gli eroi e i mortali di natura straordinaria venissero accolti dagli dei. Le Canarie, e le altre isole della Macaronesia, a causa della loro posizione geografica e delle leggende che le circondano, sono considerate da alcuni ciò che resta dell’antico e perduto continente di Atlantide, che secondo Platone si trovava al di là delle Colonne d’Ercole (Stretto di Gibilterra) e che sprofondò sul fondo dell’oceano nel giro di una notte. Da quanto si è a conoscenza, quello dei Guanci è stato il primo popolo a stabilirsi sulle Isole Canarie. Di origine incerta, la cultura dei Guanci è andata perduta, lasciandosi dietro numerose testimonianze interessanti. In realtà, i Guenci rappresentano un serio mistero per l’antropologia e la storia. I ricercatori pensano che i primi coloni siano giunti intorno nelle Canarie intorno al 3 mila a.C., provenienti dall’Africa. Il problema, però, sono i tratti somatici dei Guanci che, come testimoniano diverse mummie trovate in alcune grotte dell’arcipelago, erano di carnagione chiara, alta statura e dai capelli rossastri, caratteristiche delle latitudini nordiche, più che africane. Il secondo mistero riguarda un rapporto di Plinio il Vecchio, il quale riferisce che, secondo Giuba, re di Mauretania, i Cartaginesi avrebbero visitato l’arcipelago intorno al 50 a.C. sotto la direzione di Annone e lo avrebbero trovato privo di abitanti, ma vi avrebbero anche scorto i resti di edifici imponenti. Se ne potrebbe dedurre che i Guanci non siano stati i suoi primi abitanti, o che i Cartaginesi non avessero esplorato a fondo le isole. Al momento della conquista spagnola, i Guenci erano fermi all’età della pietra. Giovanni Boccaccio, nel suo De Canaria et insulis reliquis ultra hispaniam noviter repertis, descrive i Guenci come una popolazione pacifica. Vivevano nudi, conoscevano l’allevamento (capre pecore e cinghiali) e l’agricoltura, coltivando frutta (soprattutto fichi), ortaggi e legumi, frumento, orzo e biade da cui ricavavano farina che però consumavano sciolta nell’acqua, non conoscendo il pane. Vivevano in case costruite di pietre squadrate e legno e imbiancate all’interno. Non si conosce molto sulle religioni dei Guanci. Essi professavano una credenza generalizzata in un essere supremo, denominato Achamán a Tenerife, Acoran a Gran Canaria, Eraoranhan a Hierro e Abora a La Palma. Le donne di Hierro adoravano una dea di nome Moneiba. Tradizionalmente, gli dei e le dee vivevano sulle cime delle montagne da cui discendevano per ascoltare le preghiere dei fedeli. A seguito della conquista spagnola, ben poco resta dei Guanci, anche se il nazionalismo canario tenta con tutte le forze di farne rivivere la memoria. Perfino lo studio delle loro mummie e dei loro resti archeologici è avanzato poco al confronto dello studio di altri popoli assai più remoti.Dunque, chi sono i Guanci?I Guanci, che sono scomparsi in quanto popolo, appaiono dall’esame delle loro ossa molto simili all’uomo di Cro-Magnon; erano una popolazione europoide descritta dai primi europei entrati in contatto con loro di aspetto nordico (carnagione chiara e capelli biondi). Secondo alcuni studiosi, è probabile che costituissero un ramo dei cro-magnon che, agli inizi della storia, popolarono il nord del continente africano dall’Egitto fino all’Oceano Atlantico. Gli Atlantologi ritengono che i componenti di queste migrazioni fossero i superstiti di Atlantide, continente andato distrutto in un cataclisma avvenuto presumibilmente intorno ai 13 mila anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione, e che sarebbe alla base dei racconti di diluvio che si tramandano in quasi tutte le culture del pianeta. Gli studi sembrano confermare un evento geologico anomalo avvenuto 15 mila anni fa, il quale ha dato origine al curioso fenomeno climatico del Dryas Recente. Tuttavia, è questione dibattuta se l’evento all’origine della “catastrofe” sia interna al pianeta Terra e alle sue dinamiche, oppure se sia trattato dell’impatto extraterrestre con una cometa o un asteroide. La maggior parte dei componenti delle popolazioni indigene asiatiche, africane e americane hanno capelli neri. La caratteristica colorazione rossa dei capelli è un tratto genetico che si mostra con più frequenza nelle popolazioni dell’Europa nord-occidentale. L’Irlanda è certamente la regione dove il tratto della capigliatura rossa si presenta più frequentemente. Le poche notizie che si hanno dell’Irlanda precristiana giungono da scritti romani, dalla poesia e mitologia irlandesi e dai ritrovamenti archeologici. I primi abitanti dell’isola, popolazioni del mesolitico, vi arrivarono intorno all’8 mila a.C. quando, in seguito al ritiro dei ghiacci, l’ambiente divenne più ospitale. Intorno all’8° secolo a.C., i Celti migrarono verso l’Europa occidentale fino ad arrivare in Irlanda, scoprendo di non essere i primi ad abitare l’Isola di Smeraldo. Secondo i racconti mitologici contenuti nel Lebor Gabála Érenn (in lingua irlandese Il libro della presa dell’Irlanda e in inglese Il libro delle Invasioni o Il libro delle conquiste), i Celti furono preceduti dai Milesi, considerati dagli Irlandesi come i loro veri antenati. I Milesi, a loro volta, discendevano dai Tuatha de Danaan, un popolo particolarmente avanzato dai capelli rossastri. I Tuatha de Danaan appaiono ora come demoni che aiutano gli uomini con mezzi soprannaturali, ora come uomini, dotati tuttavia di facoltà straordinarie. L’interpretazione moderna vede nei Tuatha de Danaan un processo di umanizzazione, avvenuta in epoca cristiana, di antiche divinità celtiche. I Tuatha de Danaan furono preceduti dai Fomori, un gruppo di divinità ancora più antico, rappresentate dagli antichi annalisti a volte come vere e proprie divinità di una popolazione aborigena, a volte come gli stessi primitivi abitatori dell’isola. I Fomori, infine, sarebbero i discendenti delle prime persone giunte in Irlanda guidate da Cessair, figlia di Bith, figlio di Noè. A Cessair viene ordinato di dirigersi verso l’estremo occidentale del mondo per sfuggire all’imminente diluvio. Partirono tre navi, ma quando giunsero in Irlanda, due delle navi andarono disperse. Gli unici sopravvissuti furono Cessair, più quarantanove tra donne e uomini. Dunque, da dove provenisse Cessair non è svelato dal Lebor Gabála Érenn. È possibile che questi racconti mitologici facciano riferimento ad un avvenimento storico avvenuto circa 13 mila anni fa? È possibile che questi uomini siano i sopravvissuti alla distruzione di Atlantide? Se così fosse, possiamo immaginare che gli antichi coloni d’Irlanda portassero nel proprio patrimonio genetico in tratto della capigliatura rossa, trasferendola alle generazioni successive, fino alla fusione con i Celti, gli ultimi arrivati in Irlanda. Potrebbe essere accaduta la stessa cosa con gli abitanti delle Isole Canarie? Alcuni sopravvissuti potrebbero essere giunti anche sulle isole della Macaronesia, trasferendo il tratto genetico dei capelli rossi? Un aspetto particolarmente strabiliante è che nelle mitologie delle popolazioni sudamericane si tramanda dei Figli di Viracocha, i discendenti coi capelli rossi della divinità fondatrice delle culture precolombiane. Ma questa è una storia che racconteremo prossimamente…Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it
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