Il “NOI” contiene in sè la negazione dell’egoismo. Prende l’”IO” e lo ribalta, trasformandolo in “OI” e non contento lo nega, aggiungendo un bel “NO”, davanti all’IO ribaltato. NOI.
Ma una doppia negazione non dà forse come risultato un’affermazione?
NO + OI diventa un IO, più potente di prima perché forte del valore aggiunto di un altro IO.
NOI equivale a se stessi alla seconda. In questa equazione ogni idea rimbalza, si moltiplica, si modifica perché si adatta a nuovi confini, ben più ampi di quelli delimitati dal singolo.
E se noi ci aggiungessimo ad altri noi? I confini si amplierebbero e l’equazione diventerebbe un calcolo che non ammette soluzioni.
Perché la soluzione è solo una, è monotona per definizione. Sarà per questo che la matematica non mi è mai piaciuta.
Molto meglio la filosofia.
Anzi molto meglio la vita vera, dove i risultati sono quasi mai perfetti, dove la prova del 9 non è mai di conforto, dove entrate ed uscite non vanno mai in pareggio, dove il quoziente prevede sempre un resto, dove cambiando l’ordine degli addendi il risultato cambia eccome, dove il numero perfetto te lo devi cercare e se ti va bene te la devi vedere con l’∞
Ma questo, a scuola, non lo insegnano.
larablogger