Purtroppo la parola Dio è stata monopolizzata dalle grandi religioni istituzionalizzate, quelle - per intenderci - che si fanno Stato direttamente o s'intrecciano profondamente con le strutture del Potere Politico.
Per ragioni di governo - nel senso più ampio - Dio è stato descritto come una sorta di Grande Tiranno, che detta una Legge e come un giudice severo e inflessibile la fa rispettare, comminando assoluzioni e condanne. In quest'ottica l'Uomo deve temere il Giudizio Divino. Si dice infatti di una persona piena di paure, ma rispettosa della Legge, che è "timorata di Dio". Lo si dice spesso come un punto a favore di quella persona, ma è sbagliato.Una persona impaurita non potrà mai esprimere la sgargiante bellezza del proprio essere.Le religioni dicono che l'Uomo ha il libero arbitrio, può scegliere di vivere la sua vita come vuole, ma subito dopo cercano di manipolarlo, ricattandolo e lusingandolo con la promessa del Paradiso.
Dio viene mostrato come un grande uomo carico di difetti, nient'affatto spirituale. Al fedele viene insegnato che Dio è altro da sè e che - se vuole la salvezza, un bieco tornaconto, quindi - deve blandirlo e temerlo costantemente. Come se non ci fossero già abbastanza cose cui pensare nella vita di tutti i giorni.
Già a leggere i Vangeli ci si rende conto che questa storia non regge. Gesù parla d'Amore. Dio è Amore. "Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato".
Noi siamo parte di Dio, siamo fatti della Sua essenza spirituale. Anche noi siamo creatori nel nostro piccolo: creiamo la realtà intorno a noi. Dio non giudica proprio nessuno, non ci sono peccati, ma solo esperienze.
La nostra essenza più intima è l'Amore, perché questa è l'essenza di Dio.
Quando siamo pervasi dall'amore, per un'altra persona, per la natura, per l'umanità - qualunque tipo d'amore - ci allineiamo a Lui, partecipiamo in piena sintonia all'Amore che pervade ogni cosa. Ed in quel momento può accadere il miracolo. I miracoli non sono fenomeni strani e straordinari: accadono sempre, trasformando e trasfigurando la nostra vita - nel momento in cui superiamo le nostre paure e ci facciamo parte attiva di Dio.
Mi rendo conto che c'è molto da lavorare, perché - a causa dell'educazione religiosa che la maggior parte di noi ha ricevuto - dobbiamo prendere coscienza della divinità che è in noi. Forse la prima cosa da fare è imparare ad amarci completamente, a dispetto deipensieri, delle parole e delle azioni che abbiamo fatto e detto.
Il primo passo - indispensabile - per la crescita spirituale e per la rivoluzione interiore (e poi anche esteriore) è sempre amarci ed accettarci completamente, buttando via la zavorra dei sensi di colpa e tutte le convinzioni limitanti con cui ci hanno avvelenato la mente.