Se vuole essere una risposta a Renzi e alle modalità mediaset della sua campagna, è sbagliata in pieno perché si mette sullo stesso piano, quello dell’immagine e del “ggiovane” dietro cui c’è poco o niente, mentre semmai la mossa vincente sarebbe stata quella di distinguersi col valore aggiunto della pacatezza e della preparazione. Invece la signora col nome della birra, che tra l’altro ha trascorsi di vibrante e glamuriforme appoggio a Forza Italia, proprio non ne azzecca una. Non sa quante volte è stato ministro Bersani, non sa cosa faceva il padre, sembra credere che gli immigrati votino alle elezioni politiche, twitta alla disperata, ma senza rendersi conto degli interlocutori e scambia Renzi per un gruppo di appoggio al sindaco di Firenze. Il minimo che si possa dire è che sia un po’ confusa nell’espressione, peccato mortale per un portavoce.
Sarà che ormai quando sento i politici che sono vicini alla gente, refrain continuo del repertorio morettiano, mi viene l’orticaria. Ma per il resto, non è che poi debba poi dire molto, il solito frullato misto di banalità sotto il grande ombrello dell’ Agenda Monti, i soliti litigi tanto più aspri quanto basati sul nulla e senza il rischio il rischio che qualcuno vada davvero a scoprire le carte, la partita politica è già truccata. E dunque comincia l’era delle agendine.