L'erbario.

Creato il 14 ottobre 2012 da Enricobo2
Era una estate calda di tanti anni fa. L'esame di botanica sistematica era alle porte, mnemonico e lunghissimo,  con un peso aggiuntivo, quello di raccogliere e sistemare un erbario di almeno 100 vegetali, farli debitamente seccare e provvedere a classificarli. Un sacco di bocciati ogni volta. La mia ragazza oltre che carina era anche molto buona e cominciò allora a prendersi cura di quello che poi sarebbe stato suo marito, avendo credo subito capito che avrebbe dovuto farsene carico per lungo tempo. Così, mentre faceva l'erbario per sé, ne raccoglieva un esemplare in più che, debitamente seccato tra due fogli di giornali, costituì il mio erbario da portare all'esame. La classificazione era semplice per tutti, bastava andare all'orto botanico dove l'anziano tecnico di laboratorio diremmo oggi, allora lo chiamavamo semplicemente bidello, dietro compenso di mille lire, girava velocemente i fogli, mentre tu scarabocchiavi a matita sul lato. "Custa sì à l'è la Festuca arundinacea, cust 'l Cynodon dactylon e custa sì la Malva silvestris, t'las bütala pröpi bin, bràu"  e te ne andavi sereno con il pacco sotto il braccio. 
Per motivi logistici avevo anticipato l'esame a dicembre. Il "mio" erbario era davvero magnifico, feci un figurone, poche domande facili facili e me ne andai incamerando un bel 28 sul libretto. Appena usciti, vendetti subito il malloppo ad un collega che era venuto a vedere come si svolgeva l'esame (e che mi segue tutt'ora e che se ne ricorderà certamente). All'appello di febbraio fu la volta della mia ragazza. Sfortunatamente il mio acquirente si presentò proprio prima di lei sostenendo l'esame con successo. Quando fu il suo turno, il prof notò subito che l'erbario era identico a quello precedente, si rabbuiò alquanto fiutando il marcio e finì per bocciarla. Come vedete nel mondo non c'è giustizia. Voi direte, va bene dopo un pacco del genere, ti avrà mollato con accompagnamento di qualche schiaffone. No, mi perdonò, e non solo ridiede l'esame con successo all'appello successivo, ma, incautamente dopo un paio d'anni decise di farsi carico di questo infame per il resto della vita e io non mi sono ancora scusato (della faccenda dell'erbario intendo). Oggi sono 40 anni e non ce ne siamo quasi accorti. Era una bella giornata d'autunno con un tappeto di foglie gialle e rosse sulla collina di Torino. Lei era davvero bella e ci credevamo tutti e due che sarebbe durata a lungo. Abbiamo avuto fortuna certo, io per lo meno. Tanti auguri Tiziana.

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