L’eredità di Dracula di Eufemia Griffo e Davide Benincasa

Creato il 15 novembre 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

L’eredità di Dracula

Liriche gotiche sull’amore oltre il tempo

di Eufemia Griffo e Davide Benincasa

Titolo: L’eredità di Dracula
Autori: Davide Benincasa – Eufemia Griffo (a cura di: Fabrizio Corselli)
Edito da: Edizioni della Sera
Prezzo: 14,00 €
Genere: Poesia
Pagine: 160 p.

Trama: Un’opera unica nel suo genere, incernierata sul fenomeno Dracula. Lo storico rappresentante del vampirismo, rivisitato sotto nuove prospettive. Una meticolosa ricerca poetica, e non solo, che sonda la psicologia di vari personaggi per metterne a nudo l’anima. Una scatola di poesie dalla spiccata ambientazione gotica, fatta di paesaggi in cui si odono ululati e grida di terrore, con giardini senza fiori, campi innevati arsi di pioggia rossa. Tramonti macchiati di sangue, che precedono notti senza fine. Battaglie senza vincitori, croci calpestate. Un immaginario palcoscenico, fortemente evocativo, dove lacrime nere sbocciano in tredici rose e dove pulviscoli di ricordi sono lampi di vita. Un percorso tortuoso tra le fredde nebbie del dolore. In questo lungo viaggio, il lettore sarà interprete; egli non potrà astenersi dal compiere e dal completare il proprio itinerario, perché le strade dell’amore conducono distanti, accogliendo il viandante.

Una visione innovativa, un’interpretazione originale, che si prefigge, nell’eleganza e nella spregiudicatezza dei suoi versi, di dar voce ai protagonisti del “Dracula” di Bram Stoker. Un Dracula come non si è mai visto, che confessa, fino allo sfinimento estremo, il suo eterno amore.

Vedo illusioni
sul riflesso di spade –
io principe e uomo

Io sono il nulla
senza anima nè carne -

la morte e l’odio

[Vlad, l'antico guerriero - Eufemia Griffo]

Rosso tramonto –
l’orizzonte sfuma
nel blu notturno

divenendo l’azzurro
lentamente più intenso

[Rapsodie serali - Davide Benincasa]

di molly68

Un insolito e riuscito mix di poesia, letteratura e cinema. L’eredità di dracula, scritto a due mani da Davide Benincasa ed Eufemia Griffo, offre un inedito e originale punto di vista sulla figura del vampiro più famoso della storia. Attraverso liriche ispirate al romanzo di Bram Stoker e al film di Francis Ford Coppola, gli autori ripercorrono l’ascesa e la caduta di un personaggio che ha influenzato l’immaginario di intere generazioni.

Quello che ne viene fuori è un testo romantico (nel senso “letterario” del termine), elegante e innovativo, all’interno del quale una serie di liriche, concatenate fra loro, affrontano il tema immortale del binomio eros/thanatos, argomento caro a un movimento culturale caratterizzato dalla rivalutazione del sentimento, della fantasia, della soggettività, la cui fase decadente (cui appartiene il romanzo che ispira la raccolta) si esprime attraverso luci gotiche.

Le liriche di Benincasa e Griffo esprimono con efficacia sia la violenza e l’orrore del romanzo di Stoker, sia la potenza visiva – e visionaria – del film di Coppola. L’immaginario gotico, così importante nel libro, ma soprattutto così sontuoso nel delirio cinematografico, è restituito in ogni poesia di questa raccolta. Come una matrioska, ogni poemetto contiene in sè il germe del successivo, rivelando a poco a poco la psicologia dei personaggi, la loro tormentata e tragica vicenda, l’ambientazione fatta di immagini evocative e che si imprimono nella mente e nel cuore di chi legge.

La struttura della raccolta è abbastanza semplice: i due autori si alternano e i capitoli si susseguono senza scossoni per il lettore, offrono due punti di vista diversi ma complementari sulla vicenda e danno due chiavi di lettura diverse alla storia: Benincasa esplora gli aspetti più cupi della psicologia di Vlad e ne esalta il lato dark, Griffo cura maggiormente il lato emozionale della storia imprimendole una connotazione più romantica.

Ho molto apprezzato le appendici a ciascuna lirica. La poesia non è campo semplice (e neanche troppo conosciuto, per la verità, dalla gran parte dei lettori) e la “nota dell’autore” illustra, per ogni componimento, il significato del testo e la metrica utilizzata. Il legame tra ode e scene del film è sempre spiegato, il lettore non deve seguire un sentiero obbigato nell’attraversare la vicenda, ma gli autori lo lasciano libero di costruire il proprio percorso seguendo le emozioni suggerite dalla musicalità e dal potere evocativo dei versi.

Ce ne vorrebbero di più, di opere come questa: suggestive, innovative, che suggeriscono l’esistenza di un legame particolare (e invisibile ai più) tra i componimenti in versi e le grandi storie, e che oltrepassano il limite che tiene la poesia confinata in una nicchia per pochi eletti. Una bella esperienza, di cui ringrazio Edizioni della Sera (particolarmente attenta ai testi originali, come dimostra la collana dedicata alle città “meravigliose” d’Italia) ma soprattutto la sensibilità poetica del curatore, Fabrizio Corsellli.

Consigliato anche ai profani.

DAVIDE BENINCASA, nato a Formigine (MO) nel 1975. Vive a Maranello e lavora come impiegato. Tra un verso e l’altro, coltiva la passione per il podismo e per i gatti di razza Nebelung e Blu di Russia, di cui è titolare del primo allevamento in Italia. Pubblica, nel 2011, la sua prima silloge poetica intitolata Intrecci di Rimecon la casa editrice “Occhi di Argo”, con la quale collabora come redattore e giurato in alcuni concorsi. Vari sono i premi vinti e numerosi gli inserimenti in antologie a carattere poetico, ma anche favolistico-narrativo.


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