Posizionato sopra uno sperone di roccia a strapiombo sul Lago Maggiore, l’Eremo di Santa Caterina del Sasso ha una storia lunga quasi un millennio.
La tradizione vuole che la cappella primordiale risalga al XII° secolo e sia opera di Alberto Besozzi.Il Besozzi era un ricco mercante del Varesino che per lavoro si trovava spesso a navigare sulle agitate acque del lago Maggiore. Sulla reale attività svolta dal Besozzi vi sono pareri contrastanti, in quanto altri affermano che oltre al mercante svolgeva anche la professione di usuraio.Durante un nubifragio la barca del “mercante” subì molteplici danni che ne preclusero la navigazione, in quel momento il Besozzi fece voto a Santa Caterina di Alessandria d’Egitto che se fosse sopravvissuto al naufragio si sarebbe ritirato a vita privata in solitudine in una delle grotte presenti in quel tratto del lago. In quella grotta qualche tempo dopo fece costruire la cappella originaria dedicata alla Santa che è ancora visibile sul fondo della chiesa che venne edificata in seguito in quel luogo. La cappella venne presto affiancata da altre due chiese dedicate a San Nicola e Santa Maria Nova di cui si hanno notizie certe a partire dal XIV°. In seguito a questi fatti il Besozzi venne beatificato ed i suoi resti sono ancora oggi presenti all’interno della chiesa principale del complesso monastico.
Il complesso venne dapprima utilizzato dai Dominicani sostituiti dai frati del convento di Sant’Ambrogio di Milano ed infine vi soggiornarono i Carmelitani sino alla fine del 1700. A partire dal secolo scorso è riconosciuto come monumento di interesse nazionale.
Oggi è di proprietà della provincia di Varese.Ultima annotazione: il nome per esteso del complesso è Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro.Quel finale è di dubbia interpretazione: secondo alcuni deriva dalla vicinanza con il comune di Ballarate, secondo altri deriva dalla presenza di grossi massi definiti ballerini che nella storia quasi millenaria dell'eremo non pochi problemi hanno creato alla struttura architettonica del complesso.A questi sassi è legata una leggenda secondo la quale agli inizi del 1700 cinque di essi precipitarono sulla cappella originaria ma inspiegabilmente rimasero intrappolati in una delle volte ed in quella posizione, definiamola "quasi sospesa" in aria, ci restarono per due secoli sino all'inizio del 1900.
Fabio Casalini.