L’Eroe di Roma: un Intenso e Godibile Romanzo Storico

Creato il 22 maggio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Giuseppe Floriano Bonanno 22 maggio 2014 leggere, letteratura Nessun commento

Nella Britannia del 59 d.C. il potere di Roma si sta progressivamente affievolendo. L’imperatore Nerone, distratto dagli intrighi di corte, non presta molta attenzione a quanto succede nella provincia annessa da Claudio e il remoto avamposto pian piano ritorna sotto l’influenza dei Druidi, che gettano semi di ribellione tra le tribù britanniche. I soprusi dei conquistatori e il conseguente sfruttamento delle popolazioni sottomesse hanno fatto crescere odio e rancore, e la regina guerriera Budicca, tradita, umiliata ed oltraggiata dai romani, sta preparando un imponente esercito per combattere e mandare via gli invasori. Gaio Valerio Verre, tribuno al comando dei veterani di Colonia Claudia, si appresta a contrastare i rivoltosi potendo contare su appena tremila uomini. Da lui guidati, i pochi soldati a sua disposizione, quasi tutti veterani della milizia, affronteranno ben cinquantamila ribelli, in una disperata, quanto inutile, resistenza. Scontro dopo scontro, saranno costretti dai Britanni a rifugiarsi nel Tempio di Claudio, e, proprio qui, verranno barbaramente trucidati. Valerio è l’unico sopravvissuto alla disfatta, ma il suo comportamento eroico ed i danni inflitti al nemico gli varranno il titolo di Eroe di Roma. Si unirà poi all’esercito del governatore Svetonio Paolino per la battaglia decisiva, che regalerà ai romani una sanguinosa rivincita. Questa, per sommi capi, l’avvincente trama de L’eroe di Roma, scritto da Douglas Jackson ed edito da Newton Compton Editori nel 2012 (la traduzione è di Chiara Ferrari), che ci regala uno spaccato, storicamente impeccabile, della sanguinosa rivolta guidata dalla regina-guerriera Budicca. Dopo Il segreto dell’imperatore e Morte all’imperatore!, sempre pubblicati da Newton, L’eroe di Roma è il terzo libro di Jackson che viene tradotto in Italia. Il titolo si inserisce dunque nel filone del romanzo storico, di cui gli anglosassoni sono veri maestri, e ci regala pagine di un’intensità e di un pàthos difficilmente dimenticabili. La Britannia del 60 d.C. è una terra in cui la penetrazione romana non è ancora riuscita a sottomettere i vinti britanni i quali covano sotto la cenere, da popolo fiero ed orgoglioso qual sono, la ribellione. Douglas Jackson dipinge, con una prosa scorrevole e concisa, che subito conquista ed affascina, un affresco a due facce che, senza esprimere giudizi di merito o morali, ci vuole rendere edotti su due diversi mondi che si affrontano senza esclusione di colpi e senza pietà.

Da una parte i britanni, vinti in battaglia, costretti a subire il tentativo romano di spossessamento dai loro usi, costumi e tradizioni, ridotti ad un popolo servo, l’onore calpestato, incapaci di accettare un destino che pare ineluttabile. Dall’altra i romani, legionari e cittadini, che tentano di adattarsi ad una vita grama e dura in terre spesso inospitali, lontani dalla patria, sempre sul filo del rasoio, ma governati da una ferrea disciplina, da un consolidato spirito di sacrificio e da un indomito coraggio. Nei due campi Douglas Jackson crea delle figure che ben rappresentano la romanità e l’indomito spirito britanno, scegliendo da una parte soldati, ufficiali e cittadini, dall’altra guerrieri, nobili locali e re. Intrighi, politica, amore, religione si fondono in un unicum perfettamente equilibrato che permette ai vari Valerio, Ciaràn, Crespo, Maeve, Lucullo, Falco, Budicca di assurgere a campioni di virtù e vizi in un campo e nell’altro e di ergersi a protagonisti delle vicende narrate. La ricostruzione della vita nei villaggi britanni, nella legione e nelle colonie romane, realizzata con dovizia di particolari, frutto di accurate ricerche storiche, ci restituisce uno spaccato reale e vivido in cui vivono ed interagiscono uomini animati da valori forti, profondamente radicati, che, pur affondando le radici in mondi completamente diversi, sono tuttavia assai simili. In questa ottica la storia d’amore tra Maeve e Valerio, che parrebbe essere un ponte in grado di far dialogare romani e britanni, pur appassionata, finisce però per scontrarsi con l’orgoglio dell’appartenenza a popoli, comunque rivali, che conoscono un solo mezzo per comunicare tra loro: far parlare le armi. Le scene incalzanti delle tremende battaglie in cui sono coinvolti i protagonisti non fanno sconti al lettore impressionabile, il valore e l’onore finiscono nel tritatutto di scontri individuali feroci e senza quartiere in cui la morte rapida ed indolore diventa una forma di pietà, che nessuno dei due contendenti vuole concedere all’avversario. Siamo quindi debitori a Jackson di aver riportato in vita il ricordo di una delle più sanguinose e dimenticate battaglie in cui furono coinvolte le legioni, che nel nome di Roma Invicta, distrussero il fior fiore della gioventù di un popolo valoroso come quello britanno, ma anche di averci regalato figure che rimarranno impresse nel nostro ricordo come quella dell’eroico Valerio, della vendicativa e spietata Budicca, della dolce ma fiera Maeve, del simpatico Lucullo, della carogna Crespo e dei tanti che vissero, agirono e morirono nel nome di Roma.


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