L’eruzione del Vesuvio su Pompei: dal British Museum nasce il film

Creato il 25 novembre 2013 da Postpopuli @PostPopuli

di Mariantonietta Sorrentino

 Ci son date sul tavolino della storia che costituiscono un prima e un dopo. Ad esse appartiene il  24 agosto del 79 d.C., un giorno qualsiasi di fine estate in cui l’eruzione del Vesuvio cancellò Pompei ed Ercolano.

Questa data con le sue conseguenze è stata al centro della mostra “Life and death in Pompeii and Herculaneum” allestita al British Museum da marzo e fino a settembre di questo 2013. Un evento destinato ad avere successo. Ne è nato un film, il primo fedele alla ricostruzione storica degli ultimi giorni di Pompei.

britishmuseum.org/

Ma andiamo con ordine. Facciamo un passo indietro. Torniamo con l’immaginazione a quel 24 agosto del 79 d.C. quando Pompei, Ercolano e i loro hinterland ignari vivevano la loro quotidianità.

Nella Campania Felix governata dall’Imperatore Tito si ergeva una città fiorente di diecimila abitanti. Viveva la sua ordinarietà quel giorno di fine estate, una quotidianità tessuta grazie alla ricchezza del suolo, ma anche agli scambi culturali e commerciali visto che esportava per il Mediterraneo buon vino e ottimo olio.

Felix per fertilità della terra, delle piante e degli animali e dovuta anche ad un vulcano ai cui piedi sorge la cittadina di Pompei. La vita quotidiana di quel 24 agosto venne stravolta proprio da lui, dalla forza della natura: apparve sul Vesuvio una grande nuvola a forma di pino.

Ore dieci del mattino. I gas che premevano dall’interno del vulcano fanno esplodere la lava solidificata che ostruiva il cratere del vulcano. Ridotta in innumerevoli frammenti, i lapilli, essa viene scagliata a raffica su Pompei, insieme con una pioggia di cenere così fitta da oscurare il sole.

Fra terribili scosse telluriche ed esalazioni di gas venefici, la città cessa d’esistere in quel 24 agosto. Ma il suo destino era di rimanere ai posteri immortalata come in una sequenza fotografica. Pompei per secoli è rimasta sepolta sotto una coltre d’oltre sei metri di cenere e lapilli.

Su diecimila abitanti circa duemila furono le vittime, alcune avvelenate dai gas durante la fuga, altre stritolate nelle loro stesse case dai tetti crollati sotto il peso dei lapilli.

L’evento straordinario l’ha consegnata alla storia. Con la mostra il British Museum ha fatto, come al solito, un lavoro accurato. Anche il film si prefigura come la migliore produzione che sia stata mai fatta in tema.

Presentato dal direttore del British Museum Neil MacGregor, “Pompei” è uno spettacolo fuori dal comune, eccezionale, che porterà il pubblico dentro Pompei antica lasciandogli vivere un evento unico al mondo con musiche, poesie, oggetti quotidiani, reperti e testimonianze dell’epoca.

Come la storia di Amica, una dei tanti schiavi che vivevano a Pompei. L’impronta del suo piede è rimasta impressa su una tegola in terracotta di un antico tempio della Pompei romana. È raro trovare una tegola ‘firmata’ da uno schiavo. Secondo Lauren Petersen, docente di Storia dell’Arte presso l’Università del Delaware, specializzata nell’architettura dell’antica Roma e autrice della ricerca, la maggior parte degli schiavi romani è rimasta, infatti, ‘invisibile’ per la storia.

L’uscita nelle sale del film-documentarioPompei”, distribuito da “Microcinema”, è prevista per il 25 e il 26 novembre. Ci si potrà giovare delle accurate ricostruzioni effettuate che regaleranno agli spettatori uno sguardo ravvicinato e concreto sulle città cancellate dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Il pubblico potrà ammirare quelle strade animate di merci e uomini, il mercato, le terme, le taverne, i commerci, ma anche le risse e gli amori, insomma la vita quotidiana di un’umanità serena, disperata o indifferente, ma di certo inconsapevole della tragedia che la stava per ghermire.

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