14 Agosto 2014
Il signor Quadrato Pignoli era un uomo molto preciso. I lati del suo carattere erano tutti identici e prevedibili e non cambiava mai neppure una virgola dei discorsi che faceva ogni giorno e dei sogni che faceva ogni notte.
Sua moglie aveva perciò imparato a memoria tutto quello che era possibile imparare a proposito delle idee, convinzioni, sentimenti e fissazioni di suo marito: erano tutte così irremovibili che nessuno si provava mai a suggerirgli timidamente qualcosa che fosse anche solo leggermente diverso.
Questo creava una sana armonia nel gruppo dei suoi conoscenti e facilitava qualsiasi argomento di conversazione. Tutto andava esattamente come doveva andare, ossia secondo le precise regole del signor Quadrato.
E’ chiaro che questo personaggio, sempre esatto al millimetro, non poteva fare altro che l’esattore delle tasse.
E così fece per quasi tutta la sua vita, monotona e senza sorprese.
Ma un giorno qualcosa cambiò.
Un lunedì mattina il signor Quadrato perse qualche minuto a risistemare il suo orologio preferito, un pendolo lasciatogli dal nonno, che aveva sempre spaccato il minuto e invece quel giorno, inspiegabilmente, aveva cinque minuti di ritardo.
Fu così che quando arrivò al suo ufficio, lo trovò chiuso per uno sciopero a sorpresa, deciso dagli altri impiegati che, improvvisamente, avevano sentito il bisogno terapeutico di andare al mare.
Il signor Quadrato avrebbe volentieri forzato l’ingresso dell’ufficio per poter tornare alla sua scrivania e lavorare nel piacevole silenzio di un ufficio vuoto, ma la violenza non rientrava nelle sue convinzioni.
Tornare a casa era impensabile perché non era l’orario giusto.
Il programma era saltato.
Questo gli procurò uno stato confusionale al quale non era abituato e le sue gambe lo portarono, privo di pensieri e di sentimenti, a sedere su di una panchina del giardinetto vicino al suo ufficio.
Era semiaddormentato quando sentì una voce e, aprendo gli occhi, vide, seduto accanto a sé un arzillo vecchietto, uno di quelli che attaccano subito bottone col primo che capita.
Era ancora un po’ sbalestrato e rispose con dei vaghi borbottii alle domande del novantenne che, da parte sua, non aveva problemi a raccontare tutta la sua vita, cominciando dal cesareo che l’aveva fatto venire alla luce fino all’ultima TAC, soffermandosi su abbondanti particolari a proposito di varie patologie passate e presenti.
Quadrato era rimasto in silenzio finché quel chiacchierone non aveva aggiunto di essere un pensionato.
Allora si sentì invaso da un forte sentimento di orgoglio professionale e disse:”Io invece lavoro. E tanto. Io sono un esattore delle tasse!”
“Peccato, sarebbe meglio se fosse un esattore della tosse!” disse il vecchietto.
“Perché?” chiese, piuttosto offeso, il signor Quadrato.
“Perché l’esattore delle tasse porta via i soldi alla gente e per questo generalmente non è visto con piacere. Sono sicuro che la sua raccolta viene accompagnata da sospiri, lamenti e parolacce. Se invece fosse esattore della tosse sarebbe un benefattore e pioverebbero ringraziamenti, benedizioni e anche qualche regalo inviato ‘per riconoscenza’”.
“Non ci ho mai pensato” disse il signor Quadrato. “Per l’appunto i pensieri nuovi mi risultano indigesti. Ci penserò domani.” E così dicendo si alzò dalla panchina e se ne andò a fare una passeggiata solitaria che aveva il pregio di non perdere tempo con gente impicciona che rompe le scatole.
Dopo alcuni giorni, in cui il pensiero aveva avuto il tempo di diventare un tarlo, il signor Quadrato disse alla moglie:”E se cambiassi mestiere?”
La moglie, non sapendo se dire di sì o di no, rimase zitta ad aspettare.
“Ho deciso. Voglio fare l’esattore l’esattore della tosse, mi è stato detto che ci possono essere buoni guadagni. Conosci qualcuno che ha la tosse?”
La donna si affrettò ad elencare diversi nomi, amici, conoscenti, bisnipoti, tutta gente che prima o poi è preda della tosse.
Visto che la clientela non mancava, il signor Quadrato si recò a trovare il suo medico curante e sfoderò tutta la sua esauriente capacità di persuasione. Così fu deciso un accordo per cui i casi do tosse passavano al signor Quadrato al quale veniva riconosciuta una giusta percentuale.
Solo su di un particolare il signor Quadrato fu inflessibile: la matematica precisione dell’orario delle sue visite, per cui ci fu qualche lamentela quando un malato, a metà del suo accesso di tosse, veniva spinto fuori dallo studio per dare posto al seguente.
Ma queste sono solo calunnie che non possono offuscare la luminosa carriera del nuovo benefattore dell’umanità.
Nicoletta Martiri Lapi