L’esedra delle Tombe dei Giganti

Creato il 23 novembre 2010 da Zfrantziscu
di Giorgio Valdès

Anela

E’ noto come le tombe di giganti di tipo dolmeico, presentino una stele centrale composta da una sezione superiore a profilo ricurvo, una “traversa” mediana ed una sezione inferiore, sulla cui base è presente un portello.  Lo schema della stele ha indubbiamente un significato ben preciso e lo conferma il fatto che si ripete in diversi altri contesti, come in particolare in quelli di “Sos Furrighesos” ad Anela e di “Mesu ‘e Montes” ad Ossi - dove appare riprodotto sulle rispettive pareti rocciose-, nonché in altri ambiti megalitici.

Ossi

E’ probabile, che due raffigurazioni analoghe siano quelle poste al lato della grotta sovrastante Marina Piccola a Cagliari (stazione all’aperto della Sella del Diavolo), luogo da cui provengono i più importanti indizi di vita preistorica a Cagliari, risalenti al neolitico antico.

Marina piccola

Si tratta solo di un’ipotesi personale, che tuttavia colpisce, soprattutto per la specularità delle due figure. Per altro verso, è opinione diffusa che l’esedra e più in generale la planimetria delle tombe dei giganti volesse rappresentare il ventre materno, con un significato riconducibile alla rigenerazione della vita. La frequente presenza di piccoli betili in prossimità del portello, lascia inoltre presumere che le tombe, nel loro complesso, fossero connesse ai riti della fecondazione.Trattandosi di interpretazioni verosimili, si può conseguentemente supporre che anche la stele centrale rivestisse un significato conforme a quello assunto in generale dalla tomba. A maggior conferma si osserva come la stele delle tombe di giganti e le similari raffigurazioni rupestri sembrano voler raffigurare l’apparato genitale femminile, come si può rilevare da questa immagine, tratta dal sito www.edu-sessualita.it

Pane spezzato

In essa, la porzione superiore rappresenta il “rotondo dell’utero” (reciso), la sezione rettangolare sottostante viene indicata come fascia “utero- vaginale”, la sezione più ampia riproduce la vagina, i bordi della vagina fanno parte della fascia utero-vaginale, mentre alla base di figura si osserva il “vestibolo della vagina”.Un’altra sorprendente conferma si ritrova nel libro di Salvatore Dedola “I pani della Sardegna”, dove l’autore riferisce in merito alla tradizione del pane “spezzato sul capo della figlia che va in sposa” e presenta l’immagine di “su càbude” di Mores, la cui forma è straordinariamente simile a quella della stele centrale delle tombe dei giganti.

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