Le ricerche continuano da ieri pomeriggio, oggi sono stati trovati tre dei quattro corpi dispersi. Due stamattina, di cui uno di un uomo carbonizzato. I resti erano nella fusoliera di uno dei Tornado, altri sulla collina di fronte a Poggio Anzù. In seguito è stato ritrovato il terzo. Uno, in particolare, avrebbe le unghie ricoperte di smalto.
Ieri è stato ritrovato un paracadute arancione a Casamurana, località vicina al luogo dell’incidente. Stamattina nella stessa zona è stato ritrovato il tesserino con la foto di uno dei piloti.
Su uno dei due Tornado c’erano il capitano pilota Alessandro Dotto e il capitano navigatore Giuseppe Palminteri, sull’altro il capitano pilota Mariangela Valentini e il capitano navigatore Paolo Piero Franzese. Lo riporta il sito dell’Aeronautica militare.
Il capitano Mariangela Valentini, 31 anni, pilota di caccia, ha partecipato a operazioni in Afghanistan nel 2010 e in Libia nel 2011. E’ entrata come allieva all’accademia di Pozzuoli nel 2001.
I due velivoli del 6° Stormo erano partiti dalla base militare di Ghedi (Brescia), erano in una missione di addestramento in vista di un’esercitazione Nato in autunno. In serata sarebbero dovuti tornare alla base.
Stamane è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Ascoli Piceno per disastro aereo colposo. Il sostituto procuratore Umberto Monti, che ieri notte ha tenuto una riunione con tutti i soggetti coinvolti nelle ricerche, si occupa della faccenda.
Il Ministro della Difesa Pinotti ha parlato dinanzi alle Commissioni riunite Difesa e Esteri delle Camere confermando il ritrovamento dei corpi. Ha garantito che i Tornado coinvolti erano “efficienti” e che sono stati rispettati tutti gli standard di sicurezza. È stata avviata una seconda inchiesta tecnica a cura dell’Aeronautica; “gli equipaggi erano impegnati in due missioni addestrative congiunte, regolarmente pianificate ed autorizzate in accordo alle norme ed alle regole del volo in vigore, finalizzate a raggiungere quei livelli di addestramento che sono essenziali per poter poi operare con efficacia ed in sicurezza nelle molteplici attività cui la nostra Aeronautica è chiamata per garantire la sicurezza e la difesa del nostro Paese“.
“Il pericolo è il mio mestiere” si potrebbe dire, come il titolo del film di Claude Makovski. Questo è ciò che in sintesi afferma il generale Vincenzo Camporini, attuale vice presidente dell’Istituto Affari Internazionali e già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, in un’ intervista a Repubblica. “Sono voli sempre molto vicini ai limiti della tecnologia e delle prestazioni umane. Sono attività molto vicine al massimo di quello che l’uomo può dare“. Dunque, i piloti sono consapevoli dei rischi che corrono. Il programma addestrativo ha uno standard molto alto, era prevista anche la vicinanza tra i due caccia poiché tali manovre servono per la protezione reciproca.
Però il sindaco di Ascoli Guido Castelli ha evidenziato che “poteva essere l’Apocalisse“. L’addestramento infatti è avvenuto in una zona abitata e per miracolo non sono stati coinvolti civili. Non sarebbe di certo la prima volta. Di seguito riportiamo gli incidenti aerei militari avvenuti negli ultimi anni.
9 giugno 2014: in Spagna precipita un caccia Eurofighter vicino alla base militare di Siviglia.
Il caccia Eurofighter (“Eurocombattente”, il nome è già un programma) è precipitato durante l’atterraggio alla base militare di Moron de la Frontera, vicino Siviglia. L’aereo stava svolgendo un volo di addestramento ed era da poco decollato. Il pilota bloccato non riesce ad uscire dall’abitacolo e muore nello schianto al suolo.
Questo è solo il terzo incidente di un caccia del modello “Eurofighter” negli ultimi anni avvenuto in Spagna.
Nel 2010 era caduto lo stesso modello saudita in addestramento, sempre a Moron, ed anche in quel caso era morto il pilota.
23 novembre 2009: Un C130 dell’Aeronautica Militare precipita a Pisa. Cinque le vittime. “L’aereo è decollato alle 14.10 e subito dopo c’è stato il crash” spiega l’ufficio stampa dell’aeronautica militare. L’incidente è avvenuto in località Le Rene, vicino a Coltano. L’aereo è caduto in parte sulla linea ferroviaria Pisa-Collesalvetti-Cecina, una tratta secondaria della linea tirrenica. I resti dell’aereo si spargeranno in un raggio di circa 150 metri.
20 agosto 1999: Volo Aeronautica Militare Italiana (Tornado IDS) a Porto Empedocle
27 gennaio 1994: Volo Aeronautica a Monte Molinatico
18 novembre 1993: Volo Aeronautica Militare Italiana (MM7069) a Garessio
14 settembre 1993: Volo Aeronautica Militare Italiana (MM61953) Aeroporto di Venezia-Tessera
8 gennaio 1992: Volo Aeronautica Militare Italiana (MM62116) a Monte Iavello – Montemurlo
22 agosto 1991: Volo Aeronautica Militare Italiana a Minturno
Purtroppo è capitato che anche chi non si è assunto nessun “pericolo per mestiere” ci ha rimesso la pelle. Di seguito sono riportati gloi incidenti in cui sono rimasti vittime i civili.
3 febbraio 1998: Strage del Cermis, un disastro aereo avvenuto a Cavalese , nel quale un aereo militare Grumman EA-6B Prowler statunitense tranciò il cavo della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. Morirono venti persone.
6 dicembre 1990: Strage dell’Istituto Salvemini a Casalecchio di Reno. Un aereo militare Aermacchi MB-326 cadde su un istituto tecnico causando la morte di dodici studenti e il ferimento di altre 88 persone. Il tenente Bruno Viviani di 24 anni, dopo essersi reso conto che l’aereo si era reso ingovernabile, lo abbandonò lanciandosi con il seggiolino eiettabile e arrivò con il paracadute sulle colline di Ceretolo. Lui riportò solo alcune fratture. Intanto, il velivolo ormai con nessuno a bordo, andò a schiantarsi contro la succursale dell’Istituto Tecnico Salvemini prendendo fuoco.
28 agosto 1988: l’incidente di Ramstein è l’incidente aereo che ha coinvolto le Frecce Tricolori durante un’esibizione acrobatica il 28 agosto 1988. Si stava svolgendo l’Airshow Flugtag ’88 nella base NATO di Ramstein in Germania. Morirono 67 persone e oltre 300 rimasero ferite.
3 marzo 1977: incidente del Monte Serra. E’ l’incidente aereo che ha visto coinvolto un C-130H Hercules della allora 46ª Aerobrigata (oggi 46ª Brigata aerea) dell’Aeronautica Militare italiana, con a bordo 38 allievi dell’Accademia Navale di Livorno. Giovedì 3 marzo 1977, alle ore 15.05, decollò dall’aeroporto di Pisa-San Giusto. Il velivolo trasportava 38 allievi della prima classe dei corsi normali dell’Accademia Navale di Livorno, a bordo per una attività di ambientamento al volo, un ufficiale accompagnatore e 5 membri d’equipaggio.