Ora il fatto che si chiedano soldi e anche parecchi alle comunità locali in difficoltà, ben sapendo che si tratta anche di difficoltà finanziarie, è qualcosa che mercantilizza l’esercito e gli fa assumere di fatto la forma di un soggetto terzo rispetto alle istituzioni. Con tutti i pericoli che questo comporta.
Certo l’esigere il pagamento è permesso dalla legge. Ma da una pessima legge che fa parte della pessima legislazione costruita da un pessimo ceto politico. E a quanto sembra non c’è speranza di migliorare perché sulle fondamenta di questo guazzabuglio legislativo creatosi in tre decenni, si depositano i sedimenti causati dall’accurata coltivazione di ogni vizio e opacità e ora il peso di un ideologismo liberista astratto, spesso semplicistico e a volte addirittura rozzo come appare nelle dichiarazioni di questi ultimi giorni.
Invece di cambiamenti reali si procede per accumulo di errori dove i nuovi si accavallano ai vecchi e tutti insieme sono l’alibi sempre nuovo, ancorché monotono per cercare un cambiamento che al massimo cambia le forme marginali di dominio dell’oligarchia. E vorrei capire per quale motivo una consistente parte delle tasse che tutti noi paghiamo debbano essere destinate al mantenimento di una struttura costosa e sprecona che si diletta di acquistare aerei e cannoni sulla pelle dei pensionati, che combatte guerre lontane quanto inutili fatte ipocritamente passare per missioni di pace e per giunta, quando davvero serve, pretende di essere pagata come fosse l’idraulico del pronto intervento.
Certo tutto questo non spiace affatto a un governo che ama a tal punto il privato che certo, se potesse privatizzerebbe anche le forze armate. E persino se stesso, se già non lo è.