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L’esperienza quasi-mistica del fuso orario

Creato il 15 settembre 2012 da Losgherro

Ho avuto per la prima volta la possibilità di fare un viaggio con un cambio apprezzabile di fuso orario: 5 ore, ed è stata un’esperienza importante dal punto di vista gnoseologico, per non dire anche ‘metafisico’.

Cosa è il tempo? La risposta che solo i fisici considerano è quella di una ‘funzione’ del moto, una sua espressione, una sua ‘conseguenza’.

E così è esattamente quando si vola! Rotazione terrestre e volo dell’aereo con velocità diverse si sottraggono o si sommano ‘creando’(?) tempo.

5 ore di volo sono sufficienti a farlo percepire e forse ‘concepire’: arrivi a destinazione e l’orologio da polso (secondo il quale ti sei imbarcato) ti dice che hai viaggiato per 12 ore, mentre quello dell’aeroporto in cui atterri ti dice che ne sono passate solo 7: le hai perciò guadagnate e puoi fare qualcosa in più; un’opportunità che si sfrutta senza farsi troppe domande. Più strano è il rientro poiché le 12 ore di volo (del proprio) sono ‘diventate’ 17 (secondo l’aeroporto)! Ma, allora: quanto tempo ‘dura’ quel viaggio? 7 o 17 ore?

Così mentre porto le lancette avanti di 5 ore mi chiedo: dove le ho ‘prese’ queste qui? Cosa ne ho fatto? Perché le aggiungo al tempo già ‘passato’? E, di conseguenza: cosa è successo nel mondo in queste 5 ore che io non ho vissuto? Le risposte ‘filosofiche’ in merito non soddisfano la sensazione che si prova… per qusto parlo di esperienza ‘quasi-mistica’… non volendo dire (parzialmente) anti-metafisica…



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