L' Esplosivo piano di Bazil

Creato il 31 marzo 2011 da Giuseppe Armellini
VOTO 7,5
Jeunet è un genio e tale affermazione è facilmente dimostrabile. Quando è uscito Delicatessen non si era mai visto un film uguale a quello. Quando è uscito Amelie non si era mai visto un film uguale a quello. Quando è uscito il sottovalutatissimo Una lunga domenica di passioni non si era mai visto un film di guerra come quello. Non sto dicendo che ha inventato chissàche, solo che è un Autore con la maiuscola, uno che mette il proprio timbro, uno che usa idee e cervello, uno che innova, un genio appunto, in una delle accezioni più prosaiche del termine.
Bazil non è certo un film così innovativo come gli altri, anzi sembra riprendere atmosfere, situazioni e stile delle precedenti opere del regista ma, cavolo, è una signor commedia.
Sembra assurdo ma il film è un'incredibile mix di altre 3 pellicole che apparentemente non c'entrano niente con esso nè tra loro reciprocamente: Bowling a Columbine, Ocean Eleven e Underground. Del primo riprende la spietata critica verso le multinazionali delle armi, forse ancora più spietata che nel film di Moore. La scena in cui Bazil fa visita alla sede principale di una delle 2 multinazionali è identica al finale di Columbine ad esempio. Del secondo (Ocean 11) prende tutta la struttura centrale. Un gruppo di persone, ognuno con le proprie attitudini e capacità, che si organizza insieme per truffare. Addirittura paritarie alcune figure come il contorsionista, l'uomo di rappresentanza, il tecnico. Di Underground ricalca tutto e niente, la critica alla guerra, l'atmosfera surreale, la casa del gruppetto di Bazil molto simile all'indimenticabile rifugio di Kusturica, il lavoro all'interno della casa.
Jeunet entra veramente a gamba tesa mostrando per esempio uno degli uomini della guerra, dei mercanti di armi, in foto vicino a Sarkozy e umiliandolo (insieme all'altro) alla fine. Non che manchino sequenze divertentissime (la sala chirurgica, l'aereoporto con gli africani, il ristorante) tutto sempre in un'aura incantata alla Amelie. Jeunet ha trovate, ingegno, cervello e dolcezza ed anche un certo mestiere nelle scene d'azione o di effetti speciali (ricordate il dirigibile in Una lunga domenica di passioni? ci sa fare). E' vero, si ricicla un pò, ma è riciclo di classe. E tra tanti altri temi come l'amicizia, il senso di famiglia, il cinismo delle lobby e l'inventiva figlia della disperazione (la famosa prerogativa ad esempio dei nostri napoletani), si arriva in fondo con piacere, divertiti e incacchiati. Bene così.

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